Chi ha sempre abitato in condominio, magari in un appartamento di un palazzo parecchio abitato e in un piano intermedio conosce bene quali sono i possibili fastidi soprattutto dal punto di vista acustico.
Negli appartamenti con le pareti “di cartone” puoi sapere anche quando il tuo vicino ha problemi di digestione e, alla faccia della privacy, sai anche quando ci sono problemi nella sua famiglia.
A leggere i quotidiani di oggi, ma anche in passato, sembra che la sala di Palazzo Chigi dove si riunisce il consiglio dei Ministri, a porte chiuse, abbia le pareti in cartongesso.
Il Corriere riporta un retroscena sull’ultima riunione che addirittura offre anche delle descrizioni visive, quindi non si parla più solo di auscultare con il bicchiere sul muro ma anche di “vedere” magari con l’occhialino spia a forma di sigaretta che vendevano insieme agli occhiali a Raggi X nell’ultima pagina del Monello o dell’Intrepido.
Come fa il giornalista Verderami ad avere tutti questi dettagli riguardo l’ultimo Consiglio dei Ministri riportati sul Corriere della Sera di oggi? E come faceva Repubblica qualche giorno fa a sapere parola per parola, riportava infatti i virgolettati, della discussione a quanto pare accesa, tra Fini e Berlusconi circa la riforma della giustizia?
Da qualche anno a questa parte c’è infatti un nuovo genere giornalistico che affolla la carta stampata ed è il “retroscena”.
E’ credibile che si possa venire a conoscenza in prima persona di questi particolari? Direi che è abbastanza improbabile.
Le notizie sono come minimo di seconda mano, come minimo e nella maggior parte dei casi arrivano da commessi dei palazzi o nella migliore da ministri o politici amici e quindi comunque di parte.
Un giornalista che sappia scrivere, che conosce più o meno le parti in causa, le peculiarità caratteriali dei protagonisti della politica e abbia un po’ di fantasia può tranquillamente inventarsi un retroscena credibile. Ho il sospetto che questo avvenga molto di frequente ma il dubbio è che non sia un esercizio giornalistico molto edificante.
C’è anche un’altra ipotesi, nemmeno tanto peregrina, ed è che i retroscena vengano divulgati dagli stessi interessati “ad arte”, per creare un po’ di rumore e dibattito intorno ai provvedimenti restando di fatto nelle seconde linee e potendo sempre smentire le voci.
In effetti il vocabolo “retroscena” ben si adatta alla politica di questi tempi o usando una frase abusata ma efficace al “teatrino della politica” e non c’è teatro senza retroscena.
Dietro le quinte del Palazzo
symbel (redattore)
Ho letto l’articolo al quale ti riferisci e su Verderami ne abbiamo già parlato assieme tante volte, sembra che conosca tutti i “dietro le quinte” della scena politica italiana.
Tuttavia devo dire una cosa: tra i giornalisti del Corriere è uno di quelli che meno riceve lettere di smentita post-suo articolo, dunque, forse, ciò che scrive è assai aderente al vero.