Mentre svolgevo il mio umile lavoro di cronista nella vigna del “signore vestito in bianco” ho appreso che nel consesso degli eletti dal popolo si disquisiva di una norma volta a proteggere in modo esplicito coloro che sono soliti vivere nel fango dei sodomiti.
Pur sapendo che pietà cristiana vuole che a nessun essere umano venga torto anche solo un capello devo prendere atto che una corrente trasversale concupiscente sente il bisogno di specificare in un suo atto legislativo i destinatari di tale provvedimento che sono persone che compiono atti che sono in abomìnio al Signore.
Ho ancora vivido nella mente lo scandalo che echeggiò anche nella terra che ha ospitato i Papi l’immagine fotostatica di un’uomo vicino all’allora governo Prodi proteso al di fuori del deflettore della propria autovettura nell’atto di colloquiare con un rappresentante di quella specie umana che mal si adatta a schierarsi con la generazione di Adamo e Eva e ravvibridisco, insieme a tutti gli uomini di buona volontà, per questo ennesimo scivolare languido verso il vizio.
Capisco che tanti soffrano per la loro condizione anche a causa dell’offesa arrecata loro dalle persone che non capiscono ma è cosa buona e giusta che vivano la propria disgraziata condizione nella castità e nei rapporti di amicizia e solidarietà senza macchiarsi di comportamenti esecrabili al cospetto degli uomini e di Dio.
Oggi il Santo Padre incontrerà la Binetti e i rappresentanti dell’Unione Democratici di Centro per una disamina circa il risultato della votazione e specificare di prestare maggiore attenzione alle indicazioni provenienti dalle sacre stanze che quando parlavano di comportamenti da “acconciare” non si riferivano a Paola Concia.
De gaius non legiferandum est
Pio Nicola Vivaddio (collaboratore)