Quando per servizio pubblico si intende “vespasiano”

Quando sono indeciso e un po’ confuso su come giudicare un avvenimento al quale ho assistito personalmente, dopo averci riflettuto su e non essendo giunto ad alcuna risposta convincente riavvolgo il nastro e mi affido alla prima impressione che, di solito, è la meno condizionata e la più vera.
Vedere , direttore del fare un editoriale in video sulla manifestazione per la libertà di stampa di sabato scorso definendola incomprensibile mi ha dato fastidio, come prima impressione. Pur condividendo in pieno i contenuti del suo editoriale mi ha messo a disagio quell’editoriale che sembrava fuoriposto.
Qualcuno l’ha definita “irrituale” e forse è questo il succo del discorso, è stata una pratica che è andata al di fuori del suo protocollo e per questo aggrava ancora di più i concetti espressi.
E’ la stessa sensazione che ebbi per il discorso con il famoso “non ci sto” pronunciato dall’allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro che avvenne ad ottobre, al di fuori del solito messaggio di fine anno.
E’ lo stesso disagio che ho provato nel vedere nello studio di Patrizia D’Addario, una donna di malaffare elevata ad oracolo.
Entrambi, Tg1 e Annozero, però sono accomunati da un dato non trascurabile, soprattutto nel concetto di tv attuale: fanno un botto di ascolti.
Il Tg1 da quando ce l’ha in mano Minzolini viaggia a quote raramente raggiunte in passato dal telegiornale della rete ammiraglia Rai e stacca di minimo tre punti percentuale il tg5 di Mimun.
Si potrà giustamente obiettare che il TG1 non è una trasmissione di approfondimento giornalistico ma il più importante mezzo di informazione televisiva. Si può dire però che Minzolini, per quanto ci si possa girare intorno, non ha utilizzato turpiloquio, non ha sferrato attacchi frontali a singoli e non aveva ospiti scollacciati in studio al contrario di altri che per gli ascolti scendono spesso e volentieri al compromesso.
Insomma se si dovesse, come sarebbe ideale, battersi sui principi hanno sbagliato sia il direttore del Tg1, senza contraddittorio e fuori da ogni buona regola del servizio pubblico e per gli stessi identici motivi con la sua trasmissione a tesi precostituita. Ma siccome con i principi non si va avanti e quello che contano sono gli ascolti entrambi proseguono per la loro strada, o almeno si spera.
Poi nel conto dell’ipocrisia e del tifo politico si può capire chi rabbrividisce ad uno stop della trasmissione di Santoro invocando l’ombra della censura e il giorno dopo ringhia chiedendo a gran voce la testa di Minzolini e la riduzione del Tg1 a mero bollettino di stato. Ormai ci siamo abituati.

symbel (redattore)

Ti potrebbe interessare anche...

4 Risposte

  1. Damiano scrive:

    Non per uscire dal seminato ma la voce e il timbro vocale di Minzolini mi sembrano un po’ artefatti. ogni volta sembra che stia recitando o comunque imitando un effeminato :-)

  2. ticoddidi scrive:

    ma andate a lavorare invece di parlare del cazzo che non sapete

  3. matzugoru scrive:

    quotabilez

  4. Martin Sileno scrive:

    il primo editoriale aveva un senso perché spiegava una scelta editoriale appunto, questo invece è un po’ meno giustificabile
    e non dimentichiamo che il tg deve dare le notizie non fare opinione

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Leggi articolo precedente:
Italo-a-San-Marina-Novella-Firenze.jpg
Un treno di polemiche

Ormai lo scontro sulle unioni civili non lo si fa più nelle aule del parlamento , ne è una prova...

Chiudi