“Noi faremo la manifestazione per la libertà di stampa” mi sento ingiustamente coinvolta dall’uso inappropriato di quel pronome.
Montatura spessa, ciuffo scarmigliato, spalle piccole su cui grava il peso di una tracolla verde militare stracolma di libri e di volantini universitari di cui preferisco non conoscere il contenuto. La si riconosce perchè generalmente gira per la scuola con la maglia intorno al collo (nei casi peggiori anche con la kefia) per dimostrare la sua essenza ribelle e al di sopra della società.
Ora i suoi occhi sono fissi su di me, probabilmente alla ricerca di un’espressione compiacente sul mio volto, si rivela uno sforzo visivo vano.
E io mi chiedo perchè. Perchè dovrei intralciare il traffico della mia città con campanacci e striscioni che con qualche rima cercano di ridicolizzare le istituzioni, perchè farmi esponente di chissà qualche principio, condiviso in massa, solo per depistare la verifica di matematica prevista per il giorno corrente?
Esistono scuse meno impegnative e decisamente più intelligenti. Ma è così facile richiamare consensi dimostrando uno spirito giovanile e anarchico, è facile strumentalizzare, attraverso l’arma dell’istruzione, quidicenni la cui personalità è ancora in via di formazione.
Le regole dell’alunna modello prevedono di trascorrere la prima serata del giovedì su rai due, pubblicare su facebook gruppi anti-berlusconi e lasciarsi plasmare dalle farlocche informazioni che la docente continuerà a ripetere con un tono solenne, lo stesso a cui tutti si affidano per dare credibilità alle proprie affermazioni.
Figlie di istituzioni sbagliate, fautrici di ideali esasperati, perennemente convinte di essere nel giusto. E’ triste che la maggior parte dei docenti si lasci ancora dominare dal clima di faziosità generale, senza essere in grado di valutare i fatti da un punto di vista puramente oggettivo, incapaci a discutere l’attualità senza soggiocare le menti e conformarle ad un unico pensiero. E’ triste doversi inibire perfino ad un’esame di maturità, solo perchè il tuo parere potrebbe scontrarsi pericolosamente con quello di un docente esaminatore.
Forse realmente in Italia la libertà di espressione ha cessato di esistere e in merito ad una realtà che ci riguarda molto più da vicino.
Docenti indecenti
Abra Siva (collaboratore)