Gabanelli, Report e la copertura legale

quando Mediaset ha cancellato il credito che godeva nei miei confronti mi sono sentito come un paese del terzo mondo“. A parlare così è riferendosi alla vicenda lamentata dalla brava Milena in questi giorni, raccontando come la sua piccola trasmissione dei primi anni ’90 sia finita stritolata dalle querele e cause legali, le quali giungevano copiose giorno dopo giorno. Non c’era nessuna polizza per coprire la montagna di spese legali, perché l’accordo era molto semplice e prevedeva che l’azienda si facesse carico del 40% delle spese e per la restante parte provvedesse il querelato, in questo caso Sgarbi.

gli ascolti erano molto alti e i costi di produzione erano ragionevolmente bassi, ma a lungo andare canale 5 dovette sospendere la trasmissione e indirizzare l’inquieto Sgarbi a più miti consigli. “lascia da parte la politica e i giudici, e prova a parlare d’arte“. Sgarbi riprese a parlare di arte, senza i toni incendiari e con argomenti forse troppo alti per una tv commerciale. il risultato fu che gli ascolti crollarono e che la trasmissione decretando la sua naturale fine.

ora la Gabanelli lamenta un fatto piuttosto noto, ed è il vero bavaglio invisibile per chi si vuol cimentare a fare informazione e giornalismo di inchiesta. Non esiste ancora nessuno ad oggi disposto a farsi carico delle spese legali per processi che possono durare anche più di dieci anni. Il momento per la Rai non è dei più semplici, coi dirigenti che vengono tirati per la giacchetta per un Minzolini da una parte e per un Santoro dall’altra, e che anche per questo non sono in grado di prendere di petto la questione, col concreto rischio di vedere  la sospensione dell’unica trasmissione d’inchiesta giornalistica

Martin Sileno (redattore)

Martin Sileno

collaudatore di illusioni, menefreghista e blogger

Ti potrebbe interessare anche...

1 Risposta

  1. symbel scrive:

    La Gabanelli tra tutti i martiri della tv di Stato è la più credibile e quella che meriterebbe più attenzione per la sua serietà professionale e per la qualità delle sue inchieste. Credo tuttavia che non stia nè in cielo nè in terra che uno debba per forza fare la sua trasmissione per diritto acquisito (tranne Santoro che lo fa perchè è imposto dai giudici). Quindi un editore può scegliere autonomamente di interrompere una trasmissione che fatti i conti danneggia più che portare guadagni all’azienda.
    Certo, si parla di Rai, ma si parla anche di giustizia italiana, di tempi dei processi e di soldi, molti soldi. Magari la prossima volta che Brunetta alzerà la voce contro la magistratura che lavora solo la mattina, fa quattro mesi di ferie e lascia accumulare i faldoni nei corridoi avrà anche la Gabanelli dalla sua parte.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Leggi articolo precedente:
Italo-a-San-Marina-Novella-Firenze.jpg
Un treno di polemiche

Ormai lo scontro sulle unioni civili non lo si fa più nelle aule del parlamento , ne è una prova...

Chiudi