Quand’ero piccolo, ironia, risate e sarcasmo esistevano già, ovviamente, ma c’era una linea di confine oltre la quale non si poteva proprio andare: il rispetto di fronte alla malattia e alla morte.
Ultimamente non è così…
Sono rimasto davvero disgustato di fronte a certe immagini o frasi che ho visto e sentito nelle ultime settimane su svariati accadimenti: il problema è che questo sentimento di disgusto sta venendo sempre meno nelle nuove generazioni e mi chiedo come faremo quando sarà sparito del tutto e ci ricongiungeremo alle bestie.
A cosa mi riferisco in particolare?
Mi riferisco a una signora che era caduta da un balcone rimanendo infilzata sul cancello sottostante e in piena agonia veniva filmata dai ragazzini col cellulare; mi riferisco a coloro che muoiono in spiaggia e che vengono coperti con un lenzuolo per non turbare la vista dei bagnanti e vacanzieri che se ne fregano di avere un cadavere a due metri di distanza.
Mi riferisco alla morte di Michael Jackson e Mike Bongiorno: su Facebook o in vari blog mi è toccato leggere frasi come “lo sbiancato è morto”, “ma chi se ne frega se è morto Michael Jackson” oppure “caro Mike preferisci la bara 1, la 2 o la 3?”.
Ma non ci si vergogna a scrivere cose così stupide di fronte a eventi naturali che possono riguardarci a breve giro di posta e che fanno parte della vita?
O forse i vip non hanno diritto a quel rispetto che spesso ( o forse no) abbiamo per il defunto del palazzo accanto?
Ride bene chi ride ultimo
Serpico (collaboratore)
perche tu che bara preferisci la 1 , la 2 o la 3?
allegriaaa!
La sua ruota della fortuna si è fermata su “perdi tutto”
pur frequentando il cattivo gusto sono d’accordo con quanto scritto da Serpico quando cita i ragazzini intenti ad immortalare l’impalato agonizzante, o i bagnanti che in acqua giocano a fare il morto, con nei pressi il morto nel bagnasciuga che non gioca affatto. diverso il discorso sulle frase scritte su facebook o su qualche altro contenitore, in quel caso il sarcasmo e l’humor nero a corpo caldo può risultare sgradevole e di cattivo gusto, ma che spesso è un modo per esorcizzare la grande consolatrice
quella del morto in spiaggia fu una bella e buona bufala intortata dai giornali. in realtà i fotografi giocarono molto sull’effetto “schiacciamento” dello zoom, e ovviamente su a ricamarci poemi e la gente a cascarci a pera.
il morto c’era, la gente pure ma non era certamente a due metri di distanza.
Guarda che non mi riferisco al famosissimo cado di alcuni anni fa ma a fatti recentissimi accaduti nelle spiagge italiane questa estate
linka la nuova così vediamo