La TV non è poesia. La TV non è prosa. La TV non è letteratura. La TV è commercio. La TV è fiction. La TV è la TV.
Non sono così ingenuo da non saperlo, ed i miei robusti anticorpi li ho sviluppati nel momento stesso che ho abbandonato Bim Bum Bam. Eppure capitano episodi che risultano tanto insignificanti quanto sconvolgenti nel mentre che la forchetta punge un misto di insalata verde, patate e carote lesse. Sarò stato predisposto io, forse l’umore non era dei migliori, forse il pasto mi suggeriva sobrietà, non so dirlo ma fatto sta che una frase mi ha bloccato il boccone a mezz’aria mentre ero intento a pensar ai fatti miei. Il TG1 trattava dell’ennesimo incidente stradale del sabato sera, avvenuto a Roma se non erro, coinvolti ovviamente un manipolo di giovani. La frase a chiusura del servizio è stata quasi banale: “un modo inaccettabile di morire a 20 anni”. Ripeto, senza volerlo, un rigurgito di indignazione mi è salito alla bocca come fosse verde ed amara bile. Quale sarebbe, secondo il giornalista estensore del servizio, un modo accettabile di morire a quell’età? Odio le frasi fatte in generale, ma quelle che puntano sul pietismo mi lasciano ancor più di stucco. Forse morire cadendo da un ponteggio mentre si cerca di guadagnare la pagnotta è accettabile? O spegnersi per un cancro spugnoso? O magari morire per la Patria raccogliendo bossoli radioattivi a mani nude è accettabile? Per Dio! Qual è il modo accettabile di morire a 20 anni? Ditecelo per favore
La TV non è poesia. La TV non è prosa. La TV non è letteratura. E allora evitate di romanzarla, dateci i crudi fatti e buonanotte al secchio. Scusate lo sfogo.