Sembra che dopo le camicie rosse e le camicie nere, stavolta saranno le camicie verdi a sanare l’ennesima Questione Romana. Il Senatùr Umberto Bossi ha annunciato che andrà personalmente in Vaticano per rimediare al gelo creatosi tra Governo Italiano e Santa Sede dopo la querelle Feltri-Boffo, ultimo clamoroso scontro che segue alla questione morale del premier e la politica dura in tema di immigrazione. Non è chiaro se Bossi passerà da Piazza San Pietro o dalla Breccia di Porta Pia, ma è indubbio che i leghisti abbiano affinato un’arte di governo che li mantiene sempre sulla cresta dell’onda. Danno sempre l’impressione di stare a contatto col potere e di non esserne mai compromessi, si pongono come interlocutori da pari a pari col presidente Berlusconi e non si fanno imbrigliare dagli schemi stantii destra-sinistra. I leghisti hanno ormai una solida esperienza di governo sia a livello nazionale che locale, sono radicati nel territorio e all’occorrenza non disdegnano i toni forti, quelli che piacciono alle persone comuni non sempre avvezze agli ovattati chiacchiericci che si fanno nei congressi PD. Anche il cosiddetto Nord sembra diventare troppo stretto per le camicie verdi, che ormai hanno abbandonato il linguaggio secessionista per privilegiare lo sfondamento verso il Mezzogiorno d’Italia. Questa operazione, un tempo impensabile, sembra diventar più concreta man mano che si susseguono le tornate elettorali e anche le classi “rosse” per eccellenza guardano con sempre maggior favore ai sindacalisti e agli uomini sul territorio targati Lega Nord. Ora Calderoli vince il premio Giovanni Paolo II, se addirittura Bossi diventa interlocutore privilegiato del Vaticano allora non siamo più in presenza di una secessione ma di una lenta annessione alla Padania. Và pensiero sull’ali dorateeee…
Abiti talari e camicie
Rudy Basilico Turturro (redattore)