Doppio passo falso

Libero e sono quotidiani che non leggo, non tanto perché non li ritenga delle letture di qualità quanto perché so’ già come affronteranno certe notizie, non riescono mai a sorprendermi. Lo stesso vale per gli altri giornali apertamente schierati.
Con il Corriere della Sera invece si becca spesso un editoriale non di parte e un parere illuminato avendo una panoramica più o meno oggettiva sulla cronaca.
Detto questo ho appreso stamane con sorpresa dalla rassegna stampa di SkyTg24 la battaglia giornalistica di contro il direttore di , .
Primo passo falso. Equiparare don Sciortino di al direttore di Avvenire è un errore grossolano. Le due stampe e i loro direttori sono profondamente diversi, ho avuto il piacere diverse volte di sentire durante convegni Dino Boffo e tutto si può dire tranne che sia un cattocomunista, mentre per don Sciortino e per il suo modo di confezionare il settimanale più venduto d’Italia non ci metterei la mano sul fuoco.
In ogni caso Feltri spiattella in prima pagina una vicenda personale di Boffo conclusa da anni e dai risvolti un po’ pruriginosi (sempre che sia tutto vero) che non fa onore al giornale che dirige, proprio perché accusa dello stesso comportamento gli avversari del suo editore.
Una bruttissima pagina di giornalismo che denota un grado di imbarbarimento che raggiunge livelli insopportabili, farebbe bene il premier a smarcarsi da questa operazione da servitori zelanti ma poco saggi.

Secondo passo falso. La richiesta di risarcimento e querela nei confronti del quotidiano La Repubblica per la diffamazione derivata dalla pubblicazione delle “10 domande”. Non ho bisogno di spiegare quale e quanta sia la mia avversione e la mia disistima per il quotidiano in questione e per il suo direttore canuto, ma non trovo corretto che un premier che tra l’altro si avvale del Lodo Alfano quereli una testata giornalistica per un’inchiesta giornalistica ignobile ma pur sempre lecita.
Un lungo silenzio e il rifiuto di rispondere alle domande quasi facendo finta che il quotidiano di Scalfari nemmeno esistesse stava facendo diventare ridicoli i vari giornalisti della buoncostume di Repubblica invece questa ridona a tutta la questione vigore e visibilità e la solita, insopportabile tiritera della censura e del giornalista martire che ci ha ampiamente grattuggiato il sacco scrotale con Santoro, Luttazzi e Guzzanti.

symbel (redattore)

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3 Risposte

  1. Martin Sileno scrive:

    su Berlusconi condivido, trovo che sia assurdo oltre che autolesionistico la querela per diffamazione. Mentre su Dino Boffo invece trovo che sia molto interessante sapere, non tramite pettegolezzi ma attraverso condanne, che chi pontifica e s’indigna su fatti sessuali non abbia poi un comportamento così irreprensibile.

  2. symbel scrive:

    Se fosse così sarei d’accordo con te ma Avvenire non ha mai fatto pettegolezzi su Berlusconi, non ha mai calcato la mano se non in risposta a qualche lettore indignato proprio per questo atteggiamento “Minzoliniano” del quotidiano. Diciamo che Boffo ha parlato quando è stato tirato per la giacchetta. E’ un argomento che comunque la si pensi e ammettendo pure che sia tutto vero e accertato quello che scrive Feltri, non è degno di essere il lancio in prima pagina con titolo a 9 colonne di un quotidiano che ha una sua storia come Il Giornale.

  3. Rudy Basilico Turturro scrive:

    Forse Feltri vuole “liberizzare” il Giornale.
    O forse è stato scelto proprio per questo, quindi non fa altro che seguire la linea che ha portato al successo Libero.

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