In queste settimane sta girando insistentemente in rete un video di sensibilizzazione per la sicurezza dei giovani alla guida.
Il video è a dir poco scioccante, sostituisce tutti gli altri metodi di deterrenza utilizzati in passato la cui gamma andava dal “santino” sul cruscotto, adesivo o magnetico, al quadretto con la foto dei familiari e la scritta “pensa a noi, non correre” fino ai più concreti spauracchi di sottrazioni di punti dalla patente.
Il metodo utilizzato ora fa il paio con quello messo a punto per la campagna di sensibilizzazione contro il fumo: immagini crude al limite della sopportabilità ma purtroppo tristemente vere.
In questo caso si tratta di un video che vi invito a vedere (ogni descrizione a parole potrebbe non rendere la drammaticità del contenuto) che illustra quello che può accadere ad una giovane alla guida che si distrae con il telefonino.
L’opera è meritoria e a livello psicologico sicuramente efficace però resta un dubbio che non è supportato da dati statistici certi ma dalla semplice percezione. Il dubbio è che sia sbagliato il target.
Se siete guidatori di auto, scooter o moto, provate a fare mente locale sulle situazioni nelle quali avete riscontrato rischi di gravi incidenti che vi sarebbero potuti capitare o che avete visto capitare ad altri.
Facendo memoria di quello che vedo quando sono alla guida posso dire che chi telefona mentre è al volante, nella migliore delle ipotesi rallentando il traffico, o sorpassa in modo azzardato, o si incolla dietro riducendo a zero la distanza di sicurezza, o non indossa la cintura di sicurezza o non sa assolutamente come si percorre in modo regolamentare una rotatoria non sono i neopatentati bensì uomini dai quaranta in su. Quasi sempre è così.
I giovani, ancor di più se sono freschi di foglio rosa, si allacciano la cintura di sicurezza come gesto automatico imparato a scuola guida. Conoscono meglio come si affrontano le rotatorie (chi ha preso la patente quindici anni fa nemmeno le ha provate con le guide) e sanno bene quali sono le sanzioni alle quali vanno incontro e i pericoli che possono derivare da un comportamento scorretto.
E’ vero, c’è un problema legato al sabato sera, all’abuso di alcolici, al vizio di mettersi alla guida non proprio in forma fisica e mentale ma è un discorso legato anche ad altre dinamiche.
Bene quindi la sensibilizzazione ma non trascuriamo il vetero-patentato troppo sicuro di sé, la mamma auto-suv-munita che accompagna i pargoli a scuola la mattina e il cinquantenne bullo giovanilista con lo spider e gli pneumatici lisci.
Quando l’auto è una bara a quattro ruote
symbel (redattore)
Non so se è lo stesso video che ho visto su Facebook ma alcune immagini mi son sembrate un po’ inverosimili….