La vignetta di Ratzinger

Ammesso che ce ne sia davvero bisogno proverò a spiegare la vignetta con Ratzinger che ha infastidito più di qualcuno mettendo Symbel in una posizione imbarazzante, ma non prima però di una premessa che ritengo doverosa. Ho avuto una educazione cattolica grazie a due genitori fervidi credenti ma non bigotti, ed è grazie a loro che probabilmente il mio rapporto col trascendente e con la spiritualità è piuttosto libero e disincantato. A casa mia non troverete mai nessuna immaginetta sacra, martiri con gli occhi rivolti al cielo, Gesù sofferenti coperti da brillantini, che spesso riempiono le case dei devoti rendendoli dei santuari kitsch. Solo il volto della Madonna, nostra Madre universale, capeggiava il letto dei miei; ed è proprio sotto il suo sguardo amorevole sono stato concepito, infine protetto e seguito.

Il mio rapporto col Papa Ratzinger poi è eccellente, rimango incantato da quei personaggi invisi alla critica ed attaccati furiosamente da una parte e idolatrati dall’altra, per loro faccio sempre uno sforzo ulteriore e non mi accontento di una visione superficiale. Perché sono solo i grandi sono capaci di dividere le folle; lo stesso messaggio di Cristo, oltre all’amore e alla speranza di una nuova vita, non ha forse portato rivoluzione e scompiglio?.

Ed allora perché la vignetta? E’ molto semplice in realtà: amo la risata grassa, la comicità greve e non solo celebrale, e ritengo altresì che si possa ridere di tutto, e che prendersi troppo sul serio in questo mondo sia realmente un peccato mortale, per quanto non contemplato nei sacri testi.

Poi una battuta può far ridere o meno, questo è molto soggettivo, ma più arguti avranno anche notato che l’obbiettivo non era certo dileggiare il Papa, ma bensì ridere della deriva ultimamente presa della colonna di destra.

L’indignazione, quella vera, è una merce rarissima. Cerchiamo di non sprecarla.