Facebook, troll e violenza

, tra i più in voga del momento, dimostra di poter essere utilizzato per scopi decisamente diversi da quelli in origine immaginati dal suo fondatore Mark Zuckerberg.

Qualche mese fa fece scalpore l’iniziativa di un gruppo di utenti: crearono un gruppo dal nome chiaramente provocatorio, “Picchiamo i ”, e nel giro di pochi giorni il gruppo fu subissato di minacce per nulla velate, vennero creati contro-gruppi a favore dell’amore dei , e persino gruppi che si prefiggevano di trovare gli autori del perfido messaggio di violenza per poterli “picchiare” se non, almeno a parole, uccidere.

La vicenda, a suo modo esemplare, porta ad una serie di considerazioni.

Prima di tutto, risulta evidente come una vasta fascia di utenza facebookiana sia assolutamente incapace di comprendere la differenza tra la vera violenza sugli animali e la provocazione di un gruppo di burloni. Gli animalisti si sono spesso e volentieri dimostrati ,a parole, più violenti di coloro che li provocavano, arrivando a minacciarli di morte per amore della protezione di un cane.

E’ bastata una provocazione per scatenare la reazione del tutto incontrollata ed immotivata di decine di migliaia di persone, alle quali sarebbe probabilmente bastato ragionare pochi minuti per capire di essere finiti su “scherzi a parte” in versione internettiana.

Il gruppo “picchiamo i cani” fu chiuso dopo meno di una settimana, ma nuovi gruppi assolutamente identici continuano ad essere aperti, e identiche minacce di morte continuano ad essere inviate ai loro creatori, in un loop infinito quanto imbarazzante per coloro che non sono ancora arrivati a capire il confine tra la realtà e una provocazione studiata proprio per smascherare le contraddizioni degli animalisti, da un lato fervidi amanti dei loro amici a quattro zampe e dall’altro disposti a qualunque violenza verso gli umani per difenderli.

Un’ultima considerazione a proposito dei creatori del gruppo. Trattasi dei cosiddetti “”. Chi sono costoro? Una definizione semplicistica li assimila a dei vili provocatori che si dilettano nel destabilizzare forum, gruppi, blog e in generale le comunità virtuali, facendo uso di armi non convenzionali come provocazioni, insulti e comportamenti non ortodossi.

In realtà, il trolling può essere spesso considerato come una forma d’arte nata su internet ai tempi di e dei newsgroup, ma ormai trasferitasi su altri lidi causa il progressivo abbandono dei newsgroup a favore di blog, forum e social network. Il vero troll rifugge la volgarità ma preferisce la sottile provocazione, allo scopo di scatenare le reazioni inconsulte e smascherare le contraddizioni insite nell’animo umano. Con il fioretto delle parole invece che con la clava dell’insulto diretto.

E’ proprio quello che stanno facendo in questo preciso istante sul gruppo di facebook “picchiamo i cani”. Sosteniamo i troll nella loro battaglia contro l’ipocrisia!

I termini più cercati:

Lapo Pelosini (redattore)

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11 Risposte

  1. Alessandro Festini scrive:

    Tu sei sicuramente uno di loro e li giustifichi,
    spero che un cane ti morda il pisello.
    Intanto parte la denuncia alla polizia postale
    ed alla lav.

  2. pisellino scrive:

    se l’intento di queste persone era quello di mettere in ridicolo l’idiozia di certi animalisti a la “Rita Dalla Chiesa” direi che è perfettamente riuscito.

    forse qualcuno si ricorderà della burla di bonsaikitten, dei mici messi nei barattoli i vetro, questa in tono minore un po’ la ricorda.

    il lato rovescio della medaglia è che purtroppo, anche se burle palesi, c’è addirittura gente capace di far perdere tempo alla pol post con segnalazioni inutili, facendo di fatto peggiorare un servizio ai danni dei cittadini

  3. symbel scrive:

    Le polemiche iniziate su Facebook su facebook devono rimanere, secondo me. Quindi all’apertura del gruppo “picchiamo i cani” ci sta l’apertura del gruppo “picchiamo chi picchia i cani” e la richiesta di moderazione e nel caso di cancellazione del gruppo. Tutto quello che esce da questo contesto come denunce, minacce di morte, polizia postale, sono cose veramente ridicole.

  4. scrive:

    Ma denunciare per cosa, di grazia? Per aver mostrato al mondo la solitudine del vostro neurone? L’ipocrisia e l’ignoranza abbondano. A fiotti, e senza pudore.
    Ovviamente, il discorso è estendibile pure oltre la faccenda animalista.
    Ho letto commenti del calibro di “Sono contraria alla violenza, ma a voi vi picchierei volentieri”. Per non parlare dei vari e mal assortiti superheroes, che ( per ragioni non chiare nemmeno a loro ) minacciano raid furiosi con squadraccie in stile fascista. Sopratutto, fioccano insulti ( anche pesanti ) e le immancabili urla allo scandalo.
    Il vero scandalo è la stupidità delle masse ideologizzate.

    Altro esempio, ben più esemplificativo. Facebook, intendibile come campionario giovanile, è colmo di gruppi quali “Ammazziamo gli stupratori” et similia. Per così dire: se questa è la gioventù d’oggi, siamo messi davvero male.
    La cosa ripugnante di questa maggioranza animalista è che non c’è alcuna linea di confine tra barbarie e civiltà. La presunta solidarietà animale, in tutte le sue enormi contraddizioni, è probabilmente dovuta dallo status dei presunti paladini: animali. Cani, per la precisione.
    La contraddizione di base è che non ci si affida ad idee logiche, ma a luoghi comuni. O meglio, a tendenze: si tende ad incarnare l’amichevolezza nel cane, nel gatto et similia; all’esatto contrario, la mucca, o il suino, non vengono riconosciuti come animali degni di dignità, ma come bestie da macello. Per l’animalista medio, il macello d’esse diventa leggittimo.
    In realtà, anche il suino soffre, ed il macellaio è spesso un mestiere di sublimazione.

    La verità è che il cane non è bestia capace di concepire i propri diritti. Per questo motivo, essi non vanno imputati a lui. Non direttamente. Il rispetto dell’animale è questione di buon costume, e non d’una presunta intrinsicità.
    Per il resto, la natura è crudele: il leone sbrana la gazzella, fin. La civiltà è l’unico vincolo che porta l’uomo ad emanciparsi. Null’altro. Non esistono diritti animali.

    Un’ultima serie di precisazione: nessuno ha il diritto di far legge da sè, nessuno ha il diritto di chiedere la morte di terzi per giustizia. La giustizia serve a regolare i rapporti tra gli uomini, non a curare gli interessi d’un elite. Nel primo caso, i criminali vanno RIEDUCATI. Nel secondo caso, i criminali vanno uccisi. Il primo caso è civiltà. Il secondo caso è barbarie.

  5. Sery Bathory scrive:

    Scusami tanto posso dirti un sola cosa io non farei del male ne ad una persona ne ad un animale qualunque esso sia!
    Ora ti dico una semplice cosa ti sembra giusto incitare alla violenza contro gli animali come fanno loro???
    Io e il gruppo alla quale appartengo non minaciamo i suddetti troll ci limitiamo ad impegnarci nella lotta ai loro squallidi e pateitici gruppi…..Ci sono modi diversi di smascherare l’ipocrisia e questo non è quello giusto molte persone labili visitano facebook ed è facile incitarle alla violenza!
    Sinceramente non mi sembra giusto portare altrove le faccende che si svolgono su facebook…
    E lo sbaglio più grande è quello di appoggiare queste persone….
    Non torcerei un capello a coloro che hanno formato il gruppo ma se conoscessi nome e cognome anch’io li denuncerei per incitazione alla violenza!

  6. Sery Bathory scrive:

    Ah un ultima cosa,solo per il fatto che alcune persone hanno avuto reazioni violente contro il gruppo non si deve proteggere chi sponsorizza la violenza
    ————–
    Distinti saluti

  7. Nicola Monteferrante scrive:

    Quindi, in nome dell’ipocrisia smascherata, dovremmo tollerare e addirittura giustificare l’istigazione alla violenza?
    Perché ciò è stato fatto, sia in modo più subdolo nei confronti dei presunti animalisti diventati più offensivi dei presunti aggressori, sia in modo palese nei confronti di tanti probabili emulatori.
    Ed è questo secondo caso che più mi preoccupa.
    Lei non pensa, caro redattore, che tanti utenti di internet possano capitare anche per puro caso nel gruppo e considerarlo un buon esempio da mettere in pratica nella realtà, ignorando o infischiandosene altamente che si tratti di una comunità reale o di una provocazione?
    Gran bel risultato hanno ottenuto i Troll!
    Non posso che concordare con chi mi ha preceduto: “ci sono modi diversi di smascherare l’ipocrisia e questo non è quello giusto”.
    Quanto alla “forma d’arte”, “la sottile provocazione” e “il fioretto delle parole”, visitando l’ultimo gruppo citato non mi pare di essermi imbattuto in un capolavoro della letteratura classica.
    Siamo sicuri che questa difesa accorata non nasconda una adesione?
    Inoltre, grazie ai Troll, abbiamo appena scoperto che gran parte del pubblico ha difficoltà a discernere tra scherzo e realtà, che “sarebbe probabilmente bastato ragionare pochi minuti per capire”. Non lo avevamo capito né con le mille bufale che da anni circolano su internet né con “La guerra dei mondi” di Orson Welles del 1938. Come all’epoca migliaia di persone non ascoltarono gli avvisi posti all’inizio ed alla fine della trasmissione radiofonica andando di conseguenza nel panico, così oggi leggendo le poche righe di descrizione del gruppo “picchiamo i cani” i naviganti potrebbero prendere tutto sul serio perché difettano di competenza mediale.
    O semplicemente perché non hanno tempo e modo di controllare le fonti. Cosa che del resto non sono tenuti a fare, è mestiere dei giornalisti. O sbaglio?
    Spero anche che le gesta dei Troll non portino ad un eccessivo interessamento e quindi controllo del mondo politico sui gruppi e sui forum, già aumentato dopo il polverone seguito all’attentato al Premier.
    Sarebbe l’ultimo straordinario risultato conseguito dai Troll.

  8. Lapo Pelosini scrive:

    la parola “istigazione alla violenza” andrebbe usata con un minimo di cautela.
    Nessuno, che io sappia, si mette ad accusare i film di Tarantino, tanto per dire, anche se trasudano violenza da ogni poro. Perchè la gente dovrebbe emulare i presunti picchiatori di cani e non andare a sterminare presunti nazisti nei modi più trucidi come nell’ ultimo ” Bastardi senza gloria?”
    I troll fanno “umorismo” trucido, magari politicamente scorretto, ma se i fratelli Coen o lo stesso Tarantino avessero fatto un film sui picchiatori di cani probabilmente avrebbero avuto una nomination all’Oscar o comunque ricevuto le sbrodolate bavose dei critici. Se lo fanno dei misconosciuti troll, allora scatta il tam tam mediatico-facebookiano di gente scandalizzata.

    Tutto sommato, ripeto, è un meccanismo interessante che andrebbe studiato senza preconcetti. Ossia, come una provocazione nemmeno tanto sottile e tutto sommato comprensibile attiri sciami di utenti che non si mettono nemmeno il problema del fatto che ciò che stanno leggendo sia vero.

  9. rudy basilico scrive:

    Penso la questione stia tutta nel toccare un nervo scoperto.
    Ovvio che l’obiettivo dei troll non sia l’utente generico, ma chi dell’amore per gli animali ne fa una fissa (raggiungendo il paradosso di minacciare di violenza un essere umano).
    Ciascuno di noi avrà argomenti di cui si ha una opinione fredda, ed altri dove ci si accalora. Tutti siamo caduti almeno una volta in una provocazione. Bisogna solo esser abbastanza scafati e sviluppare gli antidoti.
    Chi ha esperienza decennale di internet, ha vissuto la usenet dell’età dell’oro, e oggi bazzica nei forum, sa riconoscere lontano un miglio un troll. Ed applicare la prima legge aurea di qualsiasi gruppo di discussione: Don’t feed the troll.
    Ma su Facebook c’è una miriade di ragazzini che non sanno neppure cosa sia un newsgroup, non hanno esperienza, e basta una foto stupidotta come quella messa in questo articolo per sbroccare malamente. Cibo per troll, nulla più.
    Sul discorso che la politica non capisce internet, forse è vero. Ma comincio a pensare che qualcuno cominci a far finta di non capirlo, per raggiungere altri scopi.

  10. Mauve scrive:

    Alakazaam-informaiton found, problem solved, thanks!

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