La rivolta delle ex

Ci sono attori che hanno stampato addosso un solo copione. Uno di questi è sicuramente . La trama è sempre la stessa: playboy incallito che trova pane per i suoi denti, si innamora perdutamente e per ammetterlo ci mette in genere 90 minuti tondi tondi ossia il minimo sindacale per evitare i mugugni del pubblico pagante. La sventola che gli fa perdere la testa cambia da pellicola a pellicola, una volta Sarah Jessica Parker, un’altra e così via. Stavolta però c’è un’aggiunta, ossia il presunto ruolo di mattatore di . Ruolo peraltro steccato alla grande.

In questo genere di film c’è poca logica e molto moralismo. Difatti il protagonista é un fotografo d’alta moda, sfondato di soldi e soprattutto gran sciupafemmine tanto che gli basta un cenno col bel faccino per portarsi a letto frotte di supermodelle o cantanti pop fresche fresche da TRL. Direi la situazione ideale per il 99,99% degli uomini dotati di pisello. Invece lui che fa? Si fa infinocchiare da un’ex passatella (la Garner) di cui in fondo è sempre rimasto innamorato. Ad aiutarlo nella presa di coscienza è il fantasma dello zio puttaniere (Douglas) e gli spiriti delle ex a cui ha dato merda negli anni. Insomma l’unica via della felicità è il matrimonio, ed esser single e fornicare allegramente è la via della dannazione. Che lo sceneggiatore non faccia parte della redazione de La Repubblica?

Credo che Matthew debba cominciare da guardarsi in giro e cercar copioni più seri, seppur meno remunerativi, perchè le zampe di gallina incombono e il ruolo di vitellone a 40 anni suonati avrà la scadenza più o meno di uno Yomo.

Purtroppo il film è fiacco, anche visto nell’ottica del genere a cui appartiene. Raramente strappa sorrisi, e non c’è abbastanza patos neppure per strappare una lacrimuccia alle empatiche donzelle. Come detto, l’unico pregio è che non la tira troppo per le lunghe evitando che gli sbadigli si trasformino in abbiocco vero e proprio.

Rudy Basilico Turturro (redattore)

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