C’è un Luca Barbareschi politico, e c’è un Luca Barbareschi showman. E’ facile individuare la linea di confine tra le due anime? Ultimamente è arduo per chiunque.
E’ cronaca lo spettacolino che ha portato in scena alla Camera durante il voto sul Ruby-Gate (o meglio sull’autorizzazione a perquisire l’ufficio di Spinelli tesoriere personale di Berlusconi, da lui difeso con lo scudo della Segreteria Politica). La sua scenosa astensione ha fatto imbestialire Gianfranco Fini, che fa il paio col flirt di giornata tra Luca e Silvio. Pare siano volate le penne tra il leader e l’attore, sia nel senso metaforico di una lotta tra galletti sia in senso letterale. Luca gioca un po’ sull’ambiguità, paventando un ritorno al PDL, appena due mesi dopo esser stato chiamato a declamare il Manifesto Futurista con tanto di lacrimuccia. Alla fine della fiera, Barbareschi esce allo scoperto affermando che tutto ‘sto polverone l’ha sollevato ad arte per far promozione al proprio film il Trasformista, opera di due lustri addietro ma accidentalmente riproposto su RaiTre. C’è da crederci? In tanti non abboccano, tanto più che Fini ha apostrofato Luca con un bel “Ci sono pagliacci che non fanno ridere, anzi ce ne sono che fanno piangere”, e l’offeso aspetta ancora le scuse del leader. A riprova che dietro la sceneggiata c’è puzza di bruciato.
Poi c’è il Luca Barbareschi che riaffiora alla memoria. Poliedrico e difficile da collocare, ancora una volta. Lo si può ricordare squartare tartarughe giganti in Cannibal Holocaust con infinite polemiche animaliste ed il dubbio se si trattasse di scene dal vero o di abili trucchi splatter, ma anche fare il luciferino conduttore di C’eravamo tanto amati dove le coppie scoppiate se ne dicevano di tutti i colori (per finta). Forse il meglio l’ha dato ne Il Grande Bluff, una specie di Scherzi a Parte giocato con intrusioni nei programmi TV più noti: il suo travestimento e la sua incursione al Maurizio Costanzo Show, alla Ruota della Fortuna e ad OK Il Prezzo è Giusto rimangono memorabili, anche se pure qui il sospetto della combine incombe. L’ultimo Barbareschi televisivo per me rimane un quiz a RaiDue di cui non ricordo neppure il nome. Sceglierlo come conduttore di giochini non è proprio il massimo, lui cercava di metterci il suo declamando versi e poemi durante le pause del gioco. Trasmissione chiusa, naturalmente, dopo la prima edizione.
Che Barbareschi si muovesse con disinvoltura nel tarocco ma mantenendo sempre una convincente verosimiglianza, è cosa nota. Che lo si possa accettare sia nel palinsesto televisivo che nell’emiciclo di Montecitorio, lascia qualche perplessità in più.
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