A breve sarò un (a quanto pare) fortunato possessore di un iPad, oggetto del desiderio di questa nuova decade. Come tutti, nonni compresi, anche io non ho potuto ignorare l’esistenza di questo gingillo hitech visto il battage mediatico che ha coinciso e seguito alla famosa presentazione di Steve Jobs tanto che gli echi non accennano a spegnersi. La prima domanda che ci si pone è: cosa sarà mai un iPad? E’ una sorta di netbook touchscreen? Un iPhone a cui hanno dato le vitamine ma castrato della telefonia? E’ un ebook-reader di nuova concezione? O non è niente di tutto questo? Proprio a quest’ultima domanda sembra rispondere la Apple, sostenendo che alla lunga l’iPad sarà una nuova tipologia di hardware che si distaccherà nettamente da tutto ciò che conoscevamo prima senza più possibilità di paragoni.
Quel che più preme a me è capire se nel definirlo “gingillo” (mi è scappato all’inizio di questo articolo) stia partendo prevenuto o stia azzeccando la definizione giusta. Anziché aspettare e vedere, la curiosità mi ha portato a leggere i commenti più disparati raccattati qui e lì tra siti specializzati, forum (persino a tema) e blog vari.
La sensazione è stata di una vera e propria guerra di religione, cosa oltretutto non nuova per gli utilizzatori di Apple e gli anti-Microsoft in generale. Ho notato che c’è chi lo demolisce a prescindere senza averlo mai usato (“è inutile, è uno specchietto per le allodole, non lo comprerò neppure sotto tortura”) e chi invece lo difende a spada tratta come per giustificarsi della spesa in tempo di crisi. Giudizi realmente obiettivi ne ho trovato pochi.
Se i paragoni tra iPad e netbook mi interessano relativamente (il netbook ha spazzato via il PC desktop, perlomeno nell’utilizzo per svago; ora vedremo se l’iPad a sua volta presenterà il conto al mio Acer AspireOne), sono più interessato al confronto tra l’iPad e gli ebook-reader propriamente detti (Kindle della Amazon, ma anche il nuovo della IBS che verrà lanciato a giorni) fermo restando che per me svetta di gran lunga ancora la terza via (ovvero il libro cartaceo). Qui veramente ce n’è per tutti i gusti: se il giudizio positivo sul Kindle è pressoché unanime, sull’iPad si scatena la rissa. C’è chi sostiene che la retroilluminazione ti renderà cieco nel giro di due mesi (peggio della masturbazione), c’è chi invece ha trovato i giusti accorgimenti (ossia il giusto gioco di luci tra luminosità dello schermo e luminosità dell’ambiente di lettura) tanto da leggerci Guerra e Pace senza problemi. A parte questa guerriglia che ha anche dello stucchevole, mi ha colpito il commento di una persona che ha sia il Kindle che l’iPad: pur riconoscendo i grandi pregi dello strumento Amazon, dopo un po’ di regolazioni e di abitudine ha finito (senza accorgersene) per lasciare il Kindle nel cassetto. E credo che chi possegga entrambi, ha davvero poche ragioni per dover tirare la volata ad uno dei due per partito preso. Quindi sembra ci sia un bel po’ di mitologia nella rappresentazione dello schermo ‘iPad imbrattato dal sangue che cola dagli occhi degli sfortunati ebook-lettori.
A breve saprò esser più preciso.