La decisione del primo ministro francese Nicolas Sarkozy in Bruni di espellere dal suo paese le popolazioni di etnia Rom ha creato un certo scalpore tra l’opinione pubblica e numerose reazioni tra i rappresentanti degli altri paesi della comunità europea. Si tratta di una forma di “esodo incentivato” infatti il rimpatrio è accompagnato da un contributo di 300 euro per i maggiorenni e 100 per i minorenni. Nessuna deportazione forzata infatti tutti gli interessati in posizione di irregolarità nel paese sono consenzienti. Il governo francese prevede da qui alla fine di agosto di rimpatriare circa 700 rom.
Messa da parte quindi la demagogia e i servizi televisivi che sembravano documentare una deportazione di massa compiuta con la forza, rimane il problema di fondo ovvero il rischio di derive xenofobe legate al principio del rimpatrio per “etnia”.
Mentre tutto o quasi si trovano d’accordo sul fatto che ogni stato debba decidere autonomamente sull’espulsione di ogni singolo che si trovi in una posizione non gradita dal paese che lo ospita per via di reati commessi o clandestinità, il fatto che si compiano rimpatri con la sola discriminante dell’etnia obiettivamente è discutibile.
Alla discussione circa i principi che dovrebbero tenerci lontani dalle derive razziste che hanno lasciato dal passato cicatrici che a fatica riescono a rimarginarsi, si aggiungono anche i fattori amministrativi e politici di un’Europa che, sulla carta, vede la maggior parte dei rom come, di fatto, cittadini comunitari e quindi soggetti alla libera circolazione in tutti i paesi membri.
L’Europa non ha mai legiferato seriamente circa il nomadismo rendendo di fatto problematica la gestione dei flussi migratori di queste popolazioni. La Bulgaria e la Romania protestano ma accolgono i Rom fin quando potranno, solo a Sofia ne vivono circa 300.000, ma il problema è solo rimandato. I più smaliziati, ma nemmeno tanto, considerano l’operazione di Sarkozy una mossa per dare un po’ d’ossigeno alla sua popolarità in calo di consensi anche se, a seconda delle prime reazioni interne ed esterne pare che l’operazione di irmpatrio si stia rivelando un vero e proprio boomerang.
L’aspetto più grottesco di tutta la vicenda, figlio dei tempi recenti, è che alla notizia dell’intrapresa del premier francese mi è venuta in mente subito una cosa: cosa ne penserà Carla Bruni?
Il cuore è uno zingaro e va
symbel (redattore)