Tragedia in Polonia, commedia in Italia

Tragedia in Polonia, commedia in Italia Si sa che i discorsi tra tifosi non sono improntati sul politically correct e spesso sconfinano nel becero. Il contesto aiuta a interpretare alcune esternazioni che nella vita di tutti giorni creerebbero gravi conseguenze nei rapporti sociali. Quindi ironizzare sulla presunta allegra condotta sessuale della moglie dell’arbitro, sullo stato di salute della sua mamma o sulla bizzarra predilezione sessuale dell’avversario calcistico, solo per citare le cose più scontate ma la fantasia del tifoso è infinita, in uno stadio non genera scandalo più di tanto.
Capita anche che ci si auguri che l’aereo della squadra avversaria precipiti con tutto lo staff per togliersela definitivamente di mezzo, una possibilità che la storia del nostro Paese ha vissuto drammaticamente con la strage di Superga che cancellò la squadra del Torino.
Nessuno scandalo, fa parte del pittoresco mondo del tifoso, che nel tempo, questo è vero, si è incancrenito fino a passare dalle battute ai fatti creando dei comportamenti violenti, questi sì, inaccettabili.
Le cronache recenti ci hanno messo di fronte ad un fatto drammatico, non se ne ricorda uno simile a memoria d’uomo: la quasi totalità dei componenti di un governo sono scomparsi in pochi minuti, carbonizzati in un incidente aereo avvenuto in Europa. Ormai lo sanno tutti, si tratta del governo della Polonia, 96 componenti tra i quali il presidente polacco , oltre naturalmente a tutti gli altri passeggeri a bordo di un 154. Una classe dirigente in cenere.
Come si reagisce ad una notizia del genere?
Cordoglio, solidarietà, approfondimenti giornalistici, commozione, complottismo, diplomazia internazionale, giorni di lutto e… vignette.
Dal punto di vista vignettistico ci ha pensato , non uno di primo pelo, che ha realizzato una vignetta satirica sull’argomento pubblicata dal quotidiano che ospita l’autore da tempo immemore, L’Unità di Concitina De Gregorio.
I protagonisti sono sempre i famosi personaggi del disegnatore: e sua figlia Ilaria. In questo caso vediamo che parla a sua figlia e le dice: “Novantasei membri del governo polacco spariti di colpo”. E lei che risponde: “La solita storia, a chi tutto e a chi niente”.
Una frase del genere, a ceneri di tupolev ancora fumanti, non si poteva pensare passasse inosservata e così infatti non è stato.
La cosa divertente è che si è parlato di mancato rispetto per le vittime, cattivo gusto e altre menate varie quando in realtà il problema è che si è alluso chiaramente al governo italiano e ad un nemmeno velato rammarico perché questa tragedia non è successa a Silvio e combriccola.
Naturalmente sono portato a ridere e a difendere le battute macabre e irriverenti e il primo impulso è stato proprio questo anche perché alla fine non fanno del male a nessuno.
La mia valutazione cambia un po’ leggendo le ridicole scuse accampate dall’autore che ha affermato: “Non è nel mio stile fare vignette in cui si offendono vittime di tragedie mi sembrava una cosa così enorme che tutti quanti viaggiassero su un aereo. E’ questo ‘troppo’ che volevo sottolineare, il fatto che viaggiassero tutti insieme e siano scomparsi tutti insieme. Forse viene un cattivo pensiero sulle parole di Ilaria ma se si guarda bene la si vede che certo non sono allegri, ma tristi, sgomenti”.
Mi è sembrata come la triste operazione di chi tenta di spiegare una battuta spiritosa che non tutti hanno capito, vanificandone l’effetto.
Insomma se sei satiro di comprovata esperienza e ti vuoi concedere l’irriverenza fallo sino in fondo!
Un’ultima riflessione in conclusione che si ricollega all’inizio del mio ragionamento.
Questa vignetta frutto di un esponente dell’olimpo intellettuale della , nel quotidiano storico della , ha una chiave di lettura interessante che si spiega con l’estrema aria di impotenza e frustrazione che affligge la parte politica del nostro paese che non riesce a scrollarsi di dosso l’invadente presenza di Berlusconi al punto da augurarsi che lui e tutto il suo governo spariscano a causa di una tragedia e quindi senza che loro ne abbiano nemmeno i meriti.
Nessuno scandalo, nessuna levata di scudi alla Capezzone – Bondi – Gasparri, al massimo un sorriso sarcastico e un pensiero alla Polonia, gli unici nel caso a potersi sentire un po’ offesi anche se dubito che in questo momento di dolore abbiano il pensiero di perder tempo a sfogliarsi il triste quotidiano diretto dalla biliosa De Gregorio.

symbel (redattore)

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2 Risposte

  1. Lapo Pelosini scrive:

    la vignetta, tutto sommato ci poteva stare. Non è scritto da nessuna parte che la satira debba essere di buon gusto. Oltretutto, senza nascondersi dietro a un dito, Staino dice quello che molta gente pensa o perlomeno si augura.
    Sinceramente le scuse o le giustificazioni sono tirate per i capelli, avrei sperato in un minimo di coerenza in più

  2. R1M355A scrive:

    E’ la stessa cosa che ha detto mio padrea appena appresa la notizia “A noi un ci succede mai una cosa così eh!!!”, e naturalmente da buon antiberlusconiano ho annuito e fatto una risata. E un po come per gli ultras, stando dalla parte opposta di un colluso, piduista, bugiardo, ipocrita queste cose le si spera, e quando ho visto il Sig Tartaglia che gli spaccava il muso con una statuetta la prima reazione è stata un’esulto, ma non capisco come mai non si debba essere liberi, come dice Travaglio di sperare il peggio per certa gente che sicuramente con noi cittadini ONESTI non si è comportata affatto bene…

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