Se avete fatto un salto in libreria non potrete aver fatto a meno di notare l’incredibile mole di libri presenti nella letteratura fantastica, quella che prima era una nicchia tra le saghe fantasy e l’ultimo mattone di King è diventato quasi una sezione a parte: ovvero quello delle saghe vampiriche.
I succhiasangue hanno sempre rappresentato un filone molto caro nelle dark novel, ma quello che stiamo assistendo rappresenta quasi un nuovo risorgimento vampirico. Il merito è da attribuirsi all’incredibile successo commerciale della saga di Twilight di Stephenie Meyer, che ha aggiornato il mito dei non morti dando loro una patina decadente ma moderna, un taglio politicamente corretto (il vampiro protagonista succhia sangue animale) ed un amore contrastato, messo in difficoltà tra lotte tra clan di vampiri. Un libro non memorabile ma che grazie al tam tam ed ad una buona strategia di marketing riuscirà laddove i libri di Ann Rice, Wilson F. Paul, Kim Newman e Chelsea quinn yarbro – scritti decisamente meglio – falliranno.
Ma il mito nonostante la ritrovata popolarità dei giorni nostri è più pallido, e non solo per carenza di sangue nelle vene. Questi nuovi vampiri non masticano più il sudario durante il giorno, non temono più la luce e l’aglio, e della croce se ne fanno beffe come una corte di Strasburgo qualsiasi, ma soprattutto non possiedono più quell’aurea e quella profondità di pensiero conferitagli da secoli di vita. Sono idoli bidimensionali, dai pensieri vacui e dalle esigenze terrene misere, non più algidi e cattivi ma ragazzini sciocchi, vanesi ed anche un po’ froci, giusto per non scontentar nessuno.
Forse è questo il segreto del successo dei nuovi succhiasangue, i quali non sono più degli antagonisti ma personaggi nel quale rispecchiarsi ed identificarsi; sovrannaturali e invincibili nella forza fisica ma umani e fallaci nel pensiero. Adolescenziali e ottusi nel modo di affrontare i problemi nonostante la loro esperienza secolare.
Come naturale che fosse alla saga della Meyer l’editoria italiana ha pensato bene di battere il ferro finché è caldo, riempiendo gli scaffali di tristi epigoni e mortificando un genere con libri che già dal titolo raschiano il barile. Chi lo avrebbe mai detto che per uccidere un vampiro il paletto di frassino si sarebbe rivelato meno efficace di una serie di brutti libri?
gli scaffali pieni di romanzi sui vampiri hanno in parte sostituito la paccottiglia relativa ai romanzi sui complotti del Vaticano, che peraltro continua a riservare parecchi titoli.
Non sono completamente d’accordo sui libri della Meyer anche se è vero che i vari seguiti di Twiligh non hanno la stessa freschezza e scorrevolezza. Come dire… Il troppo stroppia