Mentre si saltella da un tasto all’altro del telecomando non è raro imbattersi in qualche personaggio tv più o meno conosciuto con le gote solcate dalle lacrime e i singhiozzi davanti al conduttore imbarazzato quanto un macellaio che maneggia due rognoni, cioè per nulla.
Un tempo era molto in voga il caso umano, di solito presentato al pubblico di spalle, con il volto incappucciato e la voce alterata da un sintetizzatore. Di solito il poveretto o la poveretta se la cavavano con la risposta a qualche domanda sul padre picchiatore o su come sono riusciti a riabilitarsi dal tunnel della tossicodipendenza molto prima che Morgan pippasse l’impossibile a scopo terapeutico (non si spiegherebbe altrimenti come uno sano di mente potrebbe pensare di metter su famiglia con Asia Argento).
Nonostante il caso umano si veda ancora qua e là in alcune trasmissioni di grido, nel senso acustico del termine, ormai la moda del momento è “il convertito”. A dire il vero ci sono anche convertiti che non si danno in pasto alle telecamere e ce ne sono di clamorosi per il loro passato.
Nell’esercizio appunto dello zapping pre abbiocco serale può anche capitare di beccare tutti insieme i convertiti vip parlare del proprio cammino di ravvedimento, una sorta di folgorazione sulla via di Damasco.
Proviamo a citarne qualcuno, giusto per capirci: Claudia Koll, avete presente? Se non il viso credo almeno di spalle tutti la conoscano. Salita alla ribalta per le sue capacità non proprio attoriali alla corte del cultore (termine non scelto a caso) del porno soft di casa nostra Tinto Brass. Dopo aver messo in mostra le proprie grazie ed essersi resa protagonista di sketch al confronto dei quali i film anni ’70 con Edwige Fenech sembravano scenette da Carosello d’improvviso viene folgorata dalla fede e ora di quando in quando si presenta ai talk show con un viso pallido ed estatico, una voce calma e pacata che sembra uscire da un corpo all’ultimo stadio di una brutta malattia, raccontare la sua conversione. Non una lacrima, non enfasi, ma sempre con lo stesso tono e lo sguardo fisso: inquietante.
Almeno Claudia Koll Maria Goretti però si è data da fare anche a telecamere spente e non come in passato, è stata infatti non solo testimonial ma partecipante attiva di diverse missioni in Africa, rimboccandosi le maniche, e soprattutto, a quanto mi risulta, non ci ha nemmeno ammorbato con un libro sulla sua conversione.
Cosa che invece non ci ha risparmiato Paolo Brosio. Il giornalista divenuto celebre per le sue corrispondenze per conto di Emilio Fede dal palazzo di Giustizia di Milano durante Mani Pulite, con il tram che gli sfrecciava sempre alle spalle durante le riprese. Brosio ci ha voluto raccontare prima in tv con monologhi rotti dalle lacrime e poi in un libro che presto verrà recensito da uno dei nostri redattori, la sua folgorazione sulla strada per Medjugorie.
Non solo questo ma anche passaggi dettagliati della sua vita precedente fatta di orge, droga e alcol. Se la Koll inquieta per la fissità nell’eloquio nella sua seconda vita, di Brosio mette a disagio la sua totale incapacità di mettere tre parole una dietro l’altra senza un pianto torrentizio.
Accanto ai convertiti della tv e del cinema ci sono poi quelli che provengono dal mondo dello sport e della musica. Prendiamo ad esempio il difensore della Juventus Nicola Legrottaglie, il calciatore di Gesù, quello che dichiara di aver fatto una vita sessualmente allegra, per usare un eufemismo, come tanti altri giovani calciatori che, si sa, non fanno fatica a intrecciare relazioni, ma che ora si è ravveduto e quando faceva quelle cose era un peccatore. Anche lui, naturalmente, con libro al seguito ha l’indubitabile pregio di rendere ogni sua intervista un evento, perché ne spara da lasciare la bocca aperta.
Non dimentichiamo poi Giovanni Lindo Ferretti fondatore dei CCCP gruppo che si identifica come esponente del punk italiano filo-sovietico. I CCCP, con una certa coerenza storica diventano poi i CSI. Dopo un passato nell’estrema sinistra extra-parlamentare di Lotta Continua riscopre le sue origini cattoliche in seguito alla guarigione da un tumore al polmone, conversione non solo religiosa ma anche politica che lo porta a dichiarare di aver votato per il centrodestra alle elezioni politiche del 2006. Nel 2005 subisce l’anatema degli (ex) compagni di Liberazione per aver sostenuto l’astensione nel referendum per la procreazione assistita. Dalla sua gioca una grande discrezione e una presenza praticamente nulla in TV, ma anche la sua è una grande conversione. Riporto un suo virgolettato che per chi l’ha conosciuto alle origini del suo impegno politico paiono incredibili: “Dopo aver cercato il senso in mille modi senza trovarlo l’ho trovato tornando a casa, al mio mondo, ai miei monti, al rosario. Sono uno che iniziò a curiosare tra i libri dell’allora cardinale Ratzinger per capire perché molti ne parlassero male. E ora che sono tornato a “casa” Benedetto XVI è il mio maestro”. Giusto per capirci il virgolettato proviene da un’intervista ad Antonio Socci per Libero.
Velocemente ricordo anche Alessandra Borghese, giornalista spesso ospite a Porta a Porta, vita burrascosa e lussuriosa durante gli studi in USA, un divorzio alle spalle e viaggi in giro per il mondo. Torna a Roma e si converte o meglio ritorna alle sue origini di formazione cattolica e ora scrive libri oltre che sulla sua conversione soprattutto su Lourdes.
Francesco Rutelli, pupillo di Pannella, militante attivissimo dei Radicali negli anni delle battaglia storiche per aborto e divorzio ora esponente dell’area cattolico-moderata di centrosinistra in aria di alleanza con Casini.
E poi Roberto Vecchioni, Enzo Jannacci, Cristiano Malgioglio e, chiedendo scusa ai nomi precedenti, anche il pentito che ha sciolto un bambino nell’acido Gaspare Spatuzza pentito vip dei processi di mafia, che dopo “un bel cammino di ravvedimento” si è convertito alla religione cattolica.
Sicuramente ne dimentico qualcuno che potete anche ricordare tramite i commenti ma resta questo incredibile fenomeno che, sarà la crisi o, per chi crede, un intervento divino, ma si presenta prepotente ai giorni nostri. Agli scettici da man forte una frase del Mahatma Gandhi: “Io non credo in chi parla agli altri della propria fede, specialmente se a scopo di conversione. La fede non ammette parole. Bisogna viverla e solo allora potrà accadere che si propaghi da sé”.