Questa settimana, in Italia e Inghilterra, hanno tenuto banco due vicende che, pur con evidenti differenze, mantengono vari punti in comune a partire dal risalto mediatico con le quali sono state trattate.
Mi riferisco ai casi del cantante Morgan e del giocatore inglese John Terry.
Piccolo riassunto delle puntate precedenti.
Morgan, ex leader dei Bluvertigo, ex genero di Dario Argento, ex giurato di X Factor ma non ex tossico, ha dichiarato in un’intervista di far uso quotidiano di crack, giustificandolo come ottimo rimedio terapeutico contro la depressione.
Lo scandalo suscitato da tali parole ha portato la Rai e la direzione artistica del Festival di Sanremo alla difficile decisione di espellere il musicista dalla gara canora che partirà a breve con la motivazione che l’apologia degli stupefacenti fosse un proclama poco piacevole in vista di una partecipazione nel programma di punta del servizio pubblico televisivo.
Veniamo a John Terry.
Il granitico difensore del Chelsea e della Nazionale guidata da Fabio Capello è finito su tutti i giornali per aver tradito sua moglie con la fidanzata di un suo amico e compagno di squadra, Wayne Bridge.
I tabloid inglesi si sono fiondati sulla succosa vicenda, infarcendola di particolari che non sono stati ancora chiariti e promettendo alla fiamma di Terry un pacco di sterline in cambio di piccanti rivelazioni.
Tanto tuonò che piovve: Fabio Capello ha convocato Terry e in una riunione di soli 12 minuti, su richiesta popolare, l’ha privato della fascia di capitano della Nazionale per indegnità morale.
Mi tocca vestire i panni dell’avvocato del diavolo….
Innanzitutto mi chiedo fin dove, gesti e azioni della vita privata, debbano essere moralmente ed eticamente discussi in piazza e portare a delle conseguenze sulla carriera di chi finisce sotto i riflettori.
Morgan si droga e rilascia un’intervista delirante, ok, ma fino a prova contraria le sue fesserie non le ha dette sfruttando il palco dell’Ariston, cosa che, a quel punto, sarebbe stata sì meritevole di espulsione.
Inoltre la Rai, con questa decisione, crea un pericolosissimo precedente: d’ora in poi il direttore di RaiUno o quello artistico del Festival controlleranno la vita privata e la moralità dei concorrenti?
La storia di Terry, a mio avviso, è ancora più assurda.
A un giocatore di calcio non si chiede di essere una novella Maria Goretti.
Gli si chiedono 3 cose: il saper giocare a pallone, l’impegno in campo e negli allenamenti e il non essere pescato positivo all’antidoping.
A detta di tutti John Terry è un professionista esemplare, sia con la maglia del Chelsea, sia con quella della Nazionale.
Premesso che cornificare la propria moglie e farlo con la fidanzata di un tuo ex compagno di squadra non sia una cosa onorevole ma tutto ciò, che rientra assolutamente nella vita privata dei protagonisti, inficia la professionalità e bravura sul prato verde?
O d’ora in poi dobbiamo aspettarci che il capitano di una società sportiva accompagni le vecchiette ad attraversare la strada e si faccia un paio di anni in Africa come missionario?
Soprattutto non credo sia stato corretto che il ct della Nazionale, pagato per scegliere e allenare i giocatori, si sia dovuto ergere a giudice della vita privata di un suo giocatore, visto che le prestazioni sportive del difensore non avevano subito alcun contraccolpo dalle vicende extra-calcistiche.
Ancora una volta Italia e Inghilterra si dimostrano le nazioni campioni di finto perbenismo e moralismo, dove si processa la gente su riviste e tv, dimenticando gli scheletri che spesso, ognuno di noi, colleziona nel proprio armadio.
La pubblica morale
Serpico (collaboratore)
Concordo, soprattutto su Terry. Anche Lentini amava trastullarsi con la moglie di Schillaci (non ho mai sciolto il dubbio se anch’ella amasse trastullarsi con lui o ci fosse dell’altro), ma contrariamente a John Terry il rendimento dell’ex granata ex Milan ex Atalanta scadde improvvisamente, e non di meno anche nella vita di tutti i giorni ciò ebbe serie conseguenze, poichè in occasione di uno di questi incontri si schiantò con il porsche (“il” o “la” porsche, boh!?!), rischiando la vita.
Il buon Terry invece continua a giocare a pallone che è una meraviglia, e ciò nonostante la modella che (pare) si sollazza con mezza nazionale sia un cicinino più caruccia(con tutto il rispetto per la signora Rita) .
Se quindi professionalmente è impeccabile (ed ha maggior buon gusto), quale mazza di ragione c’è per degradarlo da capitano? Eh lo so, la ragione è proprio la mazza. Non sono contro il moralismo per partito preso, quando possa pur essere preso come modello di riferimento ed aver un qualche ruolo educativo. Ma nella fattispecie trovo che, per rimanere in tema, non serva ad un caz…