E alla fine doveva succedere: Vittorio Feltri si scusa con Dino Boffo, rispondendo a una domanda di una lettrice, dicendo che l’ex direttore dell’avvenire non era implicato nella vicenda, e di aver avuto della documentazione falsa da un’informatore ritenuto estremamente affidabile.
Questo pero’ non risolve la vicenda, perche non cancella la situazione che si è venuta a creare con Boffo, ne restituisce all’ex direttore il posto di lavoro.
E anche il portavoce della Cei, Domenico Pompili, si lamenta per le scuse tardive , e ringrazia Boffo per essersi volontariamente messo da parte, per non coinvolgere la chiesa nello scandalo.
Da segnalare le scuse nel sito de Il Giornale, e lo speciale sul sito dell’Avvenire , il cui nuovo direttore, Marco Tarquinio, dichiara che il ripensamento di Feltri è “una retromarcia clamorosa e importante, che tuttavia non ripaga i danni subiti non solo da Boffo ma anche da un metodo di informazione corretta fondata sui fatti, e non cancella le responsabilità di chi conduce battaglie mediatiche con mezzi tutt’altro che limpidi”
Da questa vicenda Feltri e il Giornale escono con le ossa rotte e Dino Boffo, che si è dimesso pur non avendo nulla di cui vergognarsi, fa la figura del gran signore.
Adesso sarebbero interessanti anche le scuse di Vittorio Messori che ha voluto dire la sua il prima possibile sulle pagine del Corriere e quelle di coloro che hanno ironizzato sulla presunta omosessualità del direttore di Avvenire.
Feltri non si è scusato, ha semplicemente ricostruito la vicenda e giustificato la sua condotta dell’epoca. Almeno così io l’ho interpretato
E’ vero, non si è scusato, pure peggio!
Sarebbe bello se l’attuale, neo-direttore, restituisse la poltrona a Boffo
Oltre a quelle di Messori, mi aspetterei anche le scuse di Francesco Cossiga che aveva come al solito fatto scialo di ironia e sarcasmo e anche le scuse del prof. Roberto De Mattei, che aveva insinuato la possibile attendibilità delle accuse a Boffo e aveva impartito saccenti lezioncine ai Vescovi su come si governa la Chiesa.