Con grande sorpresa di tutti gli opinionisti, come al solito lontani dalla percezione del sentimento popolare, in Svizzera il referendum circa le spese per l’esportazione delle armi e il divieto di costruzione di nuovi minareti in territorio elvetico ha dato ragione alla parte (secondo loro) sbagliata.
L’esito della votazione sul secondo quesito in particolare ha destato parecchio clamore perché sembra stonare con la percezione generale di civiltà, accoglienza e apertura mentale che normalmente si attribuisce agli svizzeri.
Ma è proprio così?
Naturalmente in Italia gli echi di questa consultazione sono arrivati immediatamente e hanno dato la stura al solito teatrino della politica.
A sinistra è scandalo e sconcerto per un risultato che vede soccombere, tanto per cambiare, le battaglie portate avanti anche oltralpe dalle formazioni politiche di area socialdemocratica. E poi il nostro amato presidente della Camera, Gianfranco Fini, poteva forse stare zitto? Ma nemmeno per sogno!
Ed eccolo lì a denunciare un risultato che potrebbe fomentare l’intolleranza religiosa… insomma le solite cose.
A destra ma più propriamente in ambito leghista addirittura si rilancia con idee assurde che vengono sempre buttate lì per provocare: “e ora aggiungiamo la croce nel tricolore”, questa è da segnare nell’infinita lista delle boutade col fazzoletto verde.
A nessuno è passato per la testa che in Svizzera le consultazione vadano nel senso di una volontà popolare che non è poi la fine del mondo? Il pensiero che tutto sia inquinato in Italia ci fa pensare che anche negli altri paesi, come ha detto impropriamente ancora Fini in crisi di incontinenza verbale che quello svizzero “è un voto poco ragionato”.
Ma pare così impossibile che non si voglia la costruzione di nuovi minareti in un paese che ne ha già quattro?
E questo è l’altro messaggio da recapitare alla Lega. Insomma in Svizzera hanno quattro minareti e numerose moschee. Il voto non vieta di costruire moschee né promuove l’abbattimento dei minareti esistenti, si limita a impedirne la costruzione di nuovi mentre non mette nessun vincolo alla possibile costruzione di nuovi luoghi di culto islamici.
E che dire del referendum svizzero che non ha nulla a che vedere con quello italiano per il quale non si capisce mai il testo del quesito?
Infine nella terra del cioccolato, degli orologi e dell’emmenthal a proporre la legge è stata una formazione di destra, l’UDC che non ha nulla a che vedere con l’UDC nostrano. Insomma sono pochi i punti in comune ma la discussione sembra destinata a degenerare più in terra nostra che nel paese delle banche.
Il referendum coi buchi
symbel (redattore)
Ogni scusa è buona per parlare d’altro. Ma i nostri politici non hanno un cazzo da risolvere per questo paese che sta andando in malora?
Bastardi, lavorateeeeeeeeeeeeeeeee……