Bersani nuovo segretario del PD

Dopo Nonno Lello Bersani e nipote Samuele Bersani anche ha il suo scampolo di notorietà diventando il segretario del grazie al voto delle che hanno incoronato lui e schiacciato il ceruleo con vice politically correct annesso, sfrangiato la e staccato la spina alle velleità di Ignazio Marino.
D’Alema-Vetroni quattro a zero, prendi e porta a casa.
Pier Luigi Bersani si presenta davanti ai microfoni dopo la vittoria con fare molto pacato, conscio del fatto che c’è ben poco da esultare, vista la situazione, e molto da lavorare. Comincia con il piede giusto. E’ un esercizio forse scorretto immaginare la scena che sto per dirvi ma penso non sia lontano dalla realtà: un Franceschini in maniche di camicia rimboccate esultare con proclami altisonanti qualora avesse vinto, magari tentando di scimmiottare discorsetti alla Obama.
Invece ha vinto Bersani, il Maurizio Ferrini del partito democratico, la Emma Coriandoli che probabilmente sotto l’ala protettrice di Baffetto “the querelator” ricostituirà una forma di Unione nella quale anche gli scampoli di sinistra extraparlamentare si sentano accolte.
Rimane la questione della cricca dei cattocomunisti. Rosy Bindi è già passata dall’altra parte sostenendo Bersani e presentandosi anche ieri al suo fianco. Era raggiante ma in tempo di trans passava quasi inosservata mentre gli ex margherita capeggiati dal rutilante Rutelli, già sul piede di guerra tra una presentazione e l’altra del suo libro, aspettano un ordine sulla prossima mossa da compiere.
Che l’inizio di Bersani coincida con l’inizio del grande centro? Binetti e compagni ciliciati e ciliciosi lasceranno un decisamente inclinato a sinistra o resteranno a mugugnare un po’ in disparte?
La risposta l’avremo non appena il nuovo segretario dirà cosa vuole fare, ci sarebbe piaciuto e ancor di più sarebbe piaciuto ai suoi elettori saperlo prima, visto che nei testi delle varie mozioni c’è poco e niente ma staremo a vedere.
Un’ultima considerazione andrebbe fatta sulla dinamica di voto delle primarie e su quanto sia “a scopo puramente indicativa” la cifra di 3 milioni di votanti. Sarebbe più corretto dire tre milioni di voti perché qualcuno, con prove alla mano, è riuscito a votare persino tre volte in tre gazebi diversi.
E’ ovvio che non ci si può permettere di fare controlli incrociati come è ovvio che ci si appella al buon senso, magari la cifra dei tre milioni è stata posta come traguardo come cifra “lorda” ma stare lì a sbandierare cifre in condizioni del genere francamente fa sorridere.
Fa anche decisamente sorridere il fatto che all’atto del voto ci sia da firmare un “dichiaro di essere elettore del PD” e che in alcuni seggi ci si sia azzuffati tra capi-mozione locali perché qualcuno pagava i due euro da versare all’elettore che gli prometteva il voto (è successo anche questo).
Al netto di tutto si può comunque dire che le primarie sono un esercizio democratico molto interessante, che ha bisogno di qualche limatura nello statuto che tra l’altro Bersani e gli altri in corsa avevano già annunciato di voler cambiare e che sicuramente il risultato è fedele alle intenzioni.
Si aprono ora nuovi scenari. Sulle capacità di Bersani e la sua serietà è difficile porre dei dubbi, i suoi compagni avversari sono preoccupati del fatto che il nuovo segretario di notte, quando passa sotto i lampioni, proietta l’ombra di D’Alema ma di questi tempi in cui all’interno del partito di notte c’è chi cerca altri lampioni, bisogna accontentarsi.

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symbel (redattore)

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2 Risposte

  1. carlo scrive:

    Quando le squadre di serie A perdono troppe partite di seguito, la prima cosa che accade è la perdita di fiducia verso l’allenatore e il suo operato, e la seconda è la sua sostituzione. La sostituzione da una carica di adrenalina alla fiducia e di motivazione alla squadra e ai suoi tifosi, utile ad affrontare al meglio le prossime sfide.
    Tutto questo per dire che ho fiducia su Bersani e il nuovo PD, e spero migliorino la situazione che tanto criticano.

  2. Felice scrive:

    Ma perchè noi italiani critichiamo sempre tutto e cerchiamo di trovare punti “negativi” a qualsiasi buona iniziaiva.

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