Un tempo, soprattutto negli anni ’80, uno dei modi più efficaci per veicolare le idee o visualizzare gli stati d’animo erano le scritte sui muri.
Frasi lapidarie, slogan fulminanti che riuscivano in poche parole a riassumere il periodo storico, incise con la bomboletta su muri, guard rail, cavalcavia e facciate delle case. Niente a che vedere con gli sgorbietti che compaiono ora, quelle firme illeggibili che servono solo a solleticare la necessità di marcare il territorio da parte dei teppistelli locali, le famigerate “tag” oppure le frasette scialbe degli innamorati.
Discorso a parte anche per i graffiti che in certi casi costituiscono una vera forma d’arte non finanziata dallo Stato ma spesso ben più significativa di altri prodotti cosiddetti culturali.
Tornando alle frasi ricordo che quando ero bambino nel tratto cittadino percorso in auto con i miei genitori quasi quotidianamente da casa mia a quella dei miei nonni, il mio sguardo si soffermava su una scritta in rosso vivo su un muro anonimo delle zone centrali della mia città, tra gli intonaci martoriati dalle affissioni abusive. La scritta recitava “apri la mente”. Una frase abbastanza abusata anche, e forse soprattutto, nella sua forma inglese “open your mind”.
Passato il traguardo del nuovo millennio mi ritrovo a riflettere su una frase diversa ma che me l’ha ricordata e letta questa volta su uno dei muri digitali del nostro tempo: le frasi personali di MSN Messenger.
“La mente è come un paracadute, funziona solo se si apre”. Niente di particolarmente originale, a dir la verità, ma la metafora del paracadute lascia aperte diversi corollari al teorema iniziale.
Accoppierei questa frase ad un’altra letta in una base militare che mi è capitato di visitare e in particolare proprio nel capannone con gli strumenti per i paracadutisti. La frase su un cartello affisso al muro suona pressapoco così: “piegare male un paracadute è un errore che uccide”.
Associando le due frasi viene fuori un concetto interessante: “può permettersi di aprire la mente solo chi l’ha preparata bene prima”.
Guardandomi intorno vedo invece tanti che si buttano dall’aereo con il paracadute piegato male perché vogliono fare la rivoluzione senza nemmeno capire bene cosa vogliono rivoluzionare, aprire la mente per la voglia di cavalcare un concetto di libertà e di modernità fine a se stesso e fondamentalmente falso.
Capita quindi che l’apertura mentale venga interpretata come un dovere dettato dai tempi e non una condizione alla quale si è portati dal naturale sviluppo della propria maturazione culturale.
E soprattutto capita che si trascuri la tradizione e i valori fondanti della propria famiglia, patria, terra di appartenenza accantonandoli velocemente in nome di un’apertura che non contribuisce alla crescita nè propria nè della persona o dell’idea che si accoglie.
Apriamo la mente quindi, ma non per far prendere aria al vuoto o per farsela riempire passivamente ma per liberare le proprie idee e condividerle.
Open your mind
symbel (redattore)
Non ti dico che cosa farei a quelli che imbrattano i muri con le bombolette…..
non è un po’ da ventennio la la cosa sulla “patria”?
… come non ricordare … “IO PROPRIO IO PERCHE'” .. presente in molte strade provinciali …
vabbè non è che la parola patria l’ha inventata Mussolini.
quelli che mi piacciono di più: “siete tutti degli stolti”, “fanno senso i colibrì” e “Don Porcu Papa”
“Soru, siero, pus”, “craxi torna”, “Gesù è vivente”,”Dux mea lux”,”Sei un pandoro senza zucchero”
Storici anche “Ippopotami in videoteca”, “In Iraq mandiamoci PierSilvio” e “Intifada innoi puru”
a “craxi torna” hanno debitamente aggiunto “nel cunno”
“Non so che cazzo scrivere”
la trovo geniale
ce ne sono un paio all’inizio della SS 125, prima di arrivare a Mara… “118 Bastardo” , “118 pedofilo”, il migliore è ” 118 ADIESSE”
si potrebbe fare una rubrica solo di queste cose
Quoto “Craxi torna nel cunno”, “Fanno senso i colibrì” e “Ippopotami in videoteca”