Seppur sia una questione ancora lontana nel tempo, spesso una domanda risuona nei discorsi politici che ci si ritrova a fare in ambienti ameni come birrerie, pizzerie e lounge bar: ma Berlusconi si ricandida alle prossime elezioni politiche?
Il discorso è assolutamente prematuro perché la Legislatura avrà scadenza naturale nel 2013, e seppur sembra difficile immaginare uno scioglimento anticipato delle Camere qualcuno adombra che non è così scontata la cavalcata di questo Governo fino a tale data. Sono tanti gli incidenti di percorso che sta incontrando il Berlusconi IV, da una crisi economica lunga e difficile da gestire alla previsione di un autunno sindacale caldissimo, per passare alle noie date al premier dalla propria vita libertina, per concludere con il recente strappo con la Cei. Secondo gli osservatori stranieri nessun Governo Italiano entrato in rotta di collisione con la Chiesa ha mai avuto vita lunga, ma come ha osservato Cossiga in una recente intervista al Corriere il Vaticano non può permettersi di rompere con Berlusconi perché nonostante tutto rimane l’elemento più affidabile contro la deriva laicista ed anticlericale sia in Italia che nel resto d’Europa. La Santa Sede, a parte le scaramucce di rito, preferirà turarsi il naso di fronte ai frizzi e merletti della vita privata di Silvio per privilegiare quell’intesa politica che in un modo o nell’altro si è sempre riusciti a trovare. Nonostante le difficoltà, l’opposizione in questo momento è in piena ristrutturazione e quindi non appare una vera alternativa nell’immediato. Sul fronte interno la leadership è indiscussa, quindi reali ostacoli non sembrano esserci. Eppure Berlusconi nel 2013 avrà la veneranda età di 77 anni ed un minimo di decenza imporrebbe di non presentarsi per l’ennesima volta come candidato premier nell’arco di 20 anni. Qualcuno suggerisce che l’ultimo grande obiettivo della vita poltica (e non solo) di Silvio sia diventare Presidente della Repubblica. Napolitano e la Legislatura verranno a scadenza praticamente assieme e non ricordo bene cosa accada in questi casi, ma difficile immaginare un personaggio che spacchi l’Italia più del Cavaliere. Quindi di certo non sarebbe adatto ad un incarico istituzionale che nasce come simbolo dell’unità. Anche un ritiro a padre nobile del PDL sembra improbabile visto l’ego smisurato, e figure di spicco che emergono nel centrodestra non ce ne sono alle viste. E allora? A questo punto una sua ricandidatura non appare così improbabile, o forse la trasformazione in burattinaio di un Leonardo pidiellino da mandare avanti e comandare a piacimento. Ma in entrambi i casi mi aspetto si materializzi la classica alternanza del nostro bipolarismo, e vista l’età inadatta a fare il capo dell’opposizione è facile immaginare un Silvio che si ritiri felice a Villa Certosa a giocare con le farfalline e godersi una dorata demenza.