E’ passato quasi un anno fa ma sembra un secolo, quando le dieci domande di repubblica martellava le prime pagine e le coscienze. Patrizia D’Addario, l’escort più famosa d’Italia, è ormai un pezzo d’antiquariato, come un kleenex è stato usato e buttato nel giro di una estate, utile giusto a sollevare qualche prurito ed a ringalluzzire l’oppositore di turno Franceschini.
La peripatetica dopo accoglienze trionfali al festival di Venezia è stata ingiustamente messa in naftalina nonostante una biografia strappalacrime qui recensita e tanti progetti artistici. Capita così che la presentazione del libro “gradisca Presidente” con la Rangeri del Manifesto e del vanesio Luca Telese passi completamente sotto silenzio. Anche i fidati alleati di Repubblica trovano così poco interessante la notizia da non pubblicare nemmeno un trafiletto per ricordare l’evento.
Non solo. Ormai anche il solo nominare la D’addario fa affiorare un certo fastidio negli ambienti un tempo amici, come se si voglia mettere le mani avanti e negare certe frequentazioni. L’idiota rimane pur sempre idiota, ma non è più utile per così dire. La D’addario ha esaurito il suo naturale compito ed è tornata ad essere quello che era: un sistema di deambulazione per la figa.
Ed ecco che la lugubre troia con un fard pacchiano sopra l’arcata degli occhi aggrottare la fronte d’innanzi ai primi insulti dei colleghi della stampa. Tutti riuniti contro il decreto anti cut & paste per le intercettazioni, un autentico tronco d’albero in mezzo alla strada che porta alla libertà di stampa.
Ancora una volta una donna sola contro tutti, la Patrizia. Lei non risponde alle provocazioni, alle volgari offese della piazza che vede in lei un elemento di disturbo e quindi sgradito, da eliminare e silenziare. Usa quella faccia corrucciata da sfoderare per le grandi occasioni, come quando Belpietro da Santoro la incalzò chiedendole come si guadagnasse da vivere dopo aver abbandonato il mercimonio del suo corpo. Ma ora che l’occhio di bue non smarmella più i lineamenti del suo volto, ella è da sola, invisa da chi non tollera che una collega più famosa possa togliere spazio e visibilità al carrozzone.
Sic transit gloria mundi
mha !!! ma chi è quella matta in bianco che grida per la difesa della cultura ? e che c’entra ? Con persone così va da se che dai ragione a Berlusconi…