E’ polemica per la nave da crociera “Indipence of the seas”, della compagnia Royal Caribbean, una delle piu grandi al mondo, che nonostante la devastazione del dopo terremoto ad Haiti, ha deciso comunque di fare sosta nell’isola caraibica, con i consueti balli, cocktail e immersioni come da programma.
C’è da dire che molti dei 3.100 passeggeri si sono rifiutati di scendere, in polemica con la scelta della compagnia, che si è premurata di ingaggiare dei bodyguard per i passeggeri sbarcati e per evitare il saccheggio del villaggio ad opera di sfollati.
La compagnia ha deciso di fare comunque tappa nell’isola, dopo aver discusso con un rappresentante dell’Onu, e si è impegnata a porare aiuti nell’isola e a devolvere il ricavato del tour di Haiti, alla ricostruzione di Port au Prince.
Evidentemente è una scelta coraggiosa, se da una parte vale il detto “The show must go on”, specie in un paese dove il turismo è la principale ricchezza, dall’altra parte il divertirsi a pochi chilometri dai morti, feriti e senzatetto di Port au Prince, è segnale di mancanza di rispetto per le vittime.
Certo è che una crociera del genere costa delle somme considerevoli, e quindi il comportamento di alcuni dei clienti, che magari non possono permettersene un’altra facilmente, che hanno usufruito della contestata escursione è comprensibile, mentre è meno comprensibile tutto questo tam tam mediatico, che finisce solo per portare pubblicità gratuita all’armatore.
io ricorderò sempre le immagini del post tsunami in Thailandia. Nella spiaggia si vedevano cadaveri e , a distanza nemmeno troppo grande, turisti che, tra vedere e non vedere, si godevano gli ultimi giorni di vacanza sotto il sole.