Immigrati scontrosi

Immigrati scontrosiA , paese agricolo calabrese, famoso per la sua concentrazione di immigrati (oltre 5.000 su una popolazione di 15.000, cosa che rende la zona, secondo un rapporto di Medici senza Frontiere, una delle piu dense di stranieri in rapporto ai residenti in Italia) è guerra.

Gli immigrati, che vengono impiegati in attività agricole,  a volte controllate da organizzazioni malavitose locali, vivono in condizioni di sfruttamento disumane , sia per il sottopagato lavoro agricolo, sia per il fatto di essere ospitati in alcune ex fabbriche di un comprensorio industriale mai decollato, in condizioni igenico sanitarie molto precarie.

Questo malessere è sfocciato in lotta, scaturito da alcune poco felici intimidazioni nei confronti di alcuni immigrati che hanno scaturito dapprima delle azioni di protesta , che si sono fatte sempre piu pesanti, col ricorso ad armi bianche quali spranghe, bastoni, e taniche di benzina.

Come se non bastasse gli e le aggressioni si sono protratte nei confronti, dapprima degli abitanti italiani del paese calabrese, che hanno risposto agli attacchi con sassaiole e a colpi di fucile, e poi verso gli agenti di polizia mandati a sedare la rivolta.

Purtoppo il risultato è un far west, con sparatorie, vetrine divelte, macchine bruciate, agenti di polizia e immigrati pestati a sangue (32 i , di cui 18 agenti di polizia).

La situazione è talmente grave da costringere il Viminale a costituire un’apposita task force per affrontare sia i problemi di ordine pubblico, che quello che li ha scaturiti: le condizioni di sfruttamento dei lavoratori extracomunitari, in una zona dove il lavoro manca anche per gli italiani.

E il troppo buonismo, e il non reprimere efficacemente l’ clandestina, specie quando come in questi casi è insostenibile, porta a problemi del genere, che si devono affrontare e con solerzia.

Il ministro dell’Interno , appunto lamenta questa troppa tolleranza, come fa il ministero della difesa La Russa, che fa notare che non puo esserci tolleranza per chi risponde con la violenza, anche se immigrato.

Dall’opposizione, non mancano le critiche alle parole di Maroni, come Bersani che si lamenta dello scaricabarile sulla questione immigrazione, o come Donadi dell’Idv che lamenta la tanta demagogia elettorale e la poca lotta nei confronti della ‘ndrangheta.

Accorato appello di pace agli immigrati in rivolta da parte del parlamentare extracomunitario del PD, Jean-Léonard Touadi , che sostiene che queste lotte sortiscano, a ragione, l’effetto opposto, anziche far emergare i problemi legati allo sfruttamento degli immigrati da parte delle organizzazioni malavitose, e si rende disponibile a stabilire un “contatto dialettico” con le comunità di immigrati della zona.

Alla fine per gli immigrati è il modo piu sbagliato per far sentire le proprie ragioni, fomentando l’odio verso le loro comunità, composte anche da persone non violente e seri lavoratori, e non solo da personaggi rissosi e pericolosi, come quelli che emergono dalle cronache.

Ma se i problemi devono sfocciare in violenza, è giusto chiudere i rubinetti dell’immigrazione, rimandando a casa chi non merita di stare nel nostro paese, e concedendo la possibilità di stare nel nostro paese, solo a un numero sostenibile di persone, specie dove il lavoro manca, e il posto dell’extracomunitario fa gola anche agli italiani, a maggior ragione se l’operato dell’immigrato sfoccia in violenza e criminalità, anche a supporto della .

Purtoppo questi accadimenti accendono l’, ma i problemi esistono e vanno assolutamente affrontati, per evitare che sfocino in situazioni ancora più gravi.

Brian Boitano (redattore)

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1 Risposta

  1. symbel scrive:

    “La legge che regolamenta l’immigrazione nel nostro Paese si chiama Bossi-Fini” fa notare Bersani e in effetti fa sorridere pensando a Maroni e al Fini “Tulliani’s version”

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