Nuovo tassello nella vicenda Marrazzo, oltre alla torbida relazione sessuale c’era anche di mezzo la droga.
Nessuna sorpresa nell’apprendere che la droga, o almeno parte di essa, presente nell’appartamento di via Gradoli fosse destinata a Piero Marrazzo. Lo ha ammesso lui stesso nell’ultimo interrogatorio che ha sostenuto.
Bisogna solo appurare se era per consumo personale o ai fini di spaccio.
Quindi allo stato attuale parlare di libertà sessuale per un Marrazzo che va a trans con l’auto istituzionale accompagnato dal suo autista, consuma o perlomeno compra droga e addirittura ospita in casa sua il trans per concordare una linea difensiva nel caso di essere colto sul fallo (sic!) e tenta di corrompere dei carabinieri o cede al loro ricatto, è ridicolo.
Qui si parla di una condotta non solo incompatibile con quella di un uomo delle istituzioni ma anche di un uomo qualunque a meno di voler sdoganare anche l’aspirazione di cocaina al pari della pulizia del comodino di casa con il folletto della Worwerk.
Ultimamente si sta deviando invece l’attenzione sulla vicenda quasi dipingendo un Marrazzo innamorato con i rossetti alle guance che passeggia sul lungotevere tenuto per mano ad una donzella che invece di portare la baguette sotto braccio ce l’ha incorporata nelle mutande.
In tv ultimamente si è sentito pure dire che da Marrazzo si doveva prendere l’esempio, perché si è dimesso mentre altri non l’hanno fatto. La sublimazione del “mal comune mezzo gaudio”.
E qualcuno, all’interno del centrosinistra che ovviamente sapeva come si sarebbe dipanata la storiaccia inviatava alla cautela nelle dichiarazioni, ma molti non hanno colto l’invito e oggi, dopo il continuo stillicidio di dichiarazioni, sono costretti o a fare marcia indetro o finalmente a tacere.
E’ auspicabile che questa vicenda, tolto di mezzo il contenuto delle pudenda coinvolte, strumentalizzato da una parte e dall’altra, venga analizzata per quello che è, senza per forza di cose coinvolgere sempre e comunque l’altra parte politica, con un gioco delle parti che ha ormai oggettivamente stancato.
Si cominci a riflettere su come fare in modo che l’Italia torni un paese normale, se mai lo è stato.
C’è il rischio di risvegliarsi un domani, passato a miglior (o peggior) vita l’ingombrante Cavaliere, e rendersi conto che non era il parafulmine a generare i temporali.
Nessuna sorpresa nell’apprendere che la droga, o almeno parte di essa, presente nell’appartamento di via Gradoli fosse destinata a Piero Marrazzo. Lo ha ammesso lui stesso nell’ultimo interrogatorio che ha sostenuto.
Bisogna solo appurare se era per consumo personale o ai fini di spaccio.
Quindi allo stato attuale parlare di libertà sessuale per un Marrazzo che va a trans con l’auto istituzionale accompagnato dal suo autista, consuma o perlomeno compra droga e addirittura ospita in casa sua il trans per concordare una linea difensiva nel caso di essere colto sul fallo (sic!) e tenta di corrompere dei carabinieri o cede al loro ricatto, è ridicolo.
Qui si parla di una condotta non solo incompatibile con quella di un uomo delle istituzioni ma anche di un uomo qualunque a meno di voler sdoganare anche l’aspirazione di cocaina al pari della pulizia del comodino di casa con il folletto della Worwerk.
Ultimamente si sta deviando invece l’attenzione sulla vicenda quasi dipingendo un Marrazzo innamorato con i rossetti alle guance che passeggia sul lungotevere tenuto per mano ad una donzella che invece di portare la baguette sotto braccio ce l’ha incorporata nelle mutande.
In tv ultimamente si è sentito pure dire che da Marrazzo si doveva prendere l’esempio, perché si è dimesso mentre altri non l’hanno fatto. La sublimazione del “mal comune mezzo gaudio”.
E qualcuno, all’interno del centrosinistra che ovviamente sapeva come si sarebbe dipanata la storiaccia inviatava alla cautela nelle dichiarazioni, ma molti non hanno colto l’invito e oggi, dopo il continuo stillicidio di dichiarazioni, sono costretti o a fare marcia indetro o finalmente a tacere.
E’ auspicabile che questa vicenda, tolto di mezzo il contenuto delle pudenda coinvolte, strumentalizzato da una parte e dall’altra, venga analizzata per quello che è, senza per forza di cose coinvolgere sempre e comunque l’altra parte politica, con un gioco delle parti che ha ormai oggettivamente stancato.
Si cominci a riflettere su come fare in modo che l’Italia torni un paese normale, se mai lo è stato.
C’è il rischio di risvegliarsi un domani, passato a miglior (o peggior) vita l’ingombrante Cavaliere, e rendersi conto che non era il parafulmine a generare i temporali.
symbel (redattore)
Quando qualche anno fa è finito in galera un traficante di cocaina che aveva il pass per entrare al ministero delle finanze a fare consegne della sua merce, non si è lamentato nessuno, nessuno ha chiesto a Tremonti & Micichè una spiegazione, e nei confronti di Emilio Colombo grande consumatore di coca pubblicamente accertato ho visto solo molta comprensione, i drogati non sono tutti uguali?
E poi, come è stato giustamente detto, se inizi a fare il moralista, c’è sempre qualcuno più moralista di te.
“Un Marrazzo innamorato con i rossetti alle guance che passeggia sul lungotevere”
come direbbero i latini, “trans-Tiberim” (oltre Tevere) 😀
Worwerk. Il Folletto e’ della Worwerk.
…. non comprero’ più baguette!!!
Chiedo venia sul nome del Folletto e correggo subito, non vorrei che per ripicca mi si presentassero a casa durante la pennica pomeridiana