Dal suo ritiro, una villa sulla Tiburtina e non il fantomatico convento di cui si è parlato, l’ex governatore della Regione Lazio si confida con gli amici inframmezzando ad alcune frasi le lacrime, queste quelle riportate dal Corriere della Sera questa mattina.
«Mi è stato riservato un trattamento che non ha precedenti. Sono stato “scarnificato” dai media, si è lasciato che giornali, riviste e tv si cibassero di me e di questa storia. In altre epoche e per altri personaggi non sarebbe mai accaduto. Quello che mi è successo, del resto, ha fatto comodo a tanti…».
«Non voglio uscire, non voglio che la gente mi riconosca».
«Ho commesso un errore enorme. Anche perché ho sempre saputo che uno scheletro così nell’armadio proprio non è compatibile con una carica pubblica. Avrei dovuto essere senza macchia né peccato, con la popolarità che avevo».
Prima dello scandalo doveva uscire (e uscirà lo stesso) un libricino che riassume l’attività di governo nella regione nel suo mandato e si intitola “Missione Compiuta”.
«Ho scelto io il titolo e volevo che fosse quello, gli altri che mi sono stati suggeriti li ho rifiutati. E tutti mi dicevano: ma così sembra che hai finito di fare il governatore, non va bene, va cambiato»
«Avevo già deciso di comunicare la mia decisione con una lettera da diffondere il martedì successivo alle primarie».
«In un colloquio politico, nel giugno scorso, fui avvisato, mi venne detto che mi avrebbero attaccato ad ottobre».
«Quello che è successo, questo scandalo, rimarrà nella storia della Repubblica»
«Se non avessi avuto mia moglie non avrei resistito. Lei, adesso, mi sta salvando la vita».