Ci lasciamo più influenzare dalla A\H1N1 o dai media? Difficile rispondere. I mezzi di comunicazione si danno da fare per seminare quel senso di inquietudine che si propaga allo stesso ritmo della pandemia. Ogni caso è amplificato a dismisura nell’etere. Il sindaco di Kiev chiede che la partita Dinamo – Inter valevole per la Champions League sia rimandata o quantomeno giocata a porte chiuse, la UEFA fa spallucce e allora scatta l’appello ai tifosi ucraini di rimanersene a casa. Sempre nell’ambito calcistico il Paris Saint Germain vive momenti di tensione, costretta nella sua squadra staff e dirigenti a stare in quarantena. Parola antica che richiama timori ancestrali come la peste. Alcune aziende preparano piani straordinari per non fermare la produzione, nella previsione di un 40% di dipendenti costretti in malattia. Le morti cominciano a fioccare, ed a Napoli (la città più colpita) è già psicosi. Se a morire sono bambini, il tambureggiare si fa ancora più insistente e l’arrivo dei NAS è d’obbligo. Che Napoli sia la più colpita anche a causa della situazione ben nota dei rifiuti? In questi giorni è proprio Topo Gigio, l’idolo di Bonaiuti, a ricordarci quanto sia importante l’igiene come fattore di prevenzione. Che sia proprio un ratto a sostenerlo, qualcuno me lo deve ancora spiegare. E così seppur le autorità sanitarie cerchino di minimizzare sottolineando che i decessi sono sotto la media europea e che l’innocua influenza stagionale ha mietuto 8.000 vittime l’anno passato, la gente comune comincia ad assaltare Pronto Soccorso ed ospedali al primo sintomo congestionando il sistema. Certo non è un atteggiamento da Paese civile, ma a piccola discolpa c’è il sospetto che la maggior parte dei medici non sappia distinguere una normale influenza dalla famigerata suina (sempre che sia possibile riconoscerla prima della sua completa manifestazione), e così ci si sente più tutelati nel rivolgersi ad una struttura specializzata. Sinceramente non riesco a capire se siamo nella norma, o se si cerca di spegnere con la camomilla una giustificata preoccupazione. Da una parte un infettologo ci dice che le morti cominciano ad essere troppe ed in un lasso di tempo troppo breve per non destare preoccupazione, dall’altra il medico sociale della Lazio afferma alla radio che è assolutamente contrario ad ogni vaccino (soprattutto a questo realizzato a tempo di record , dalla dubbia efficacia e alludendo al colossale affare delle case farmaceutiche) e che si assume ogni responsabilità del consigliare di non vaccinarsi a Zarate e compagni. Maliziosamente potremmo dire che tanto il team di Ballardini è già una squadra di morti anche senza influenza. Un’altra nenia ripetuta ossessivamente è che a rischiare sono solamente le persone più deboli o con gravi patologie pregresse, mentre i genitori della bambina morta giurano che la loro figlioletta non soffriva di alcuna malattia (come qualcuno cerca di far credere). Nella confusione generale la scelta più saggia è davvero ascoltare Gigio, un salvatore della patria un po’ retrò. Dispiace solo che un’esplosione della pandemia faccia saltare le belle statistiche infiocchettate di Brunetta sull’assenteismo nella Pubblica Amministrazione, con solenne incazzatura dell’energumeno tascabile.
Non lasciamoci influenzare
Rudy Basilico Turturro (redattore)
Il giorno che si ammalerà anche Topo Gigio vorrò proprio vedere….