Il peggio del peggio

peggioE’ semplicemente incredibile come un Paese riesca a dare il peggio di sè in pochissimi giorni. Sono talmente tante le diapositive che si accalcano sovrapponendosi, confondendosi, miscelandosi in un osceno amplesso che è davvero difficile per me fare un commento senza dare l’impressione di non voler bene all’Italia, cosa che non è affatto. La morte di Mike Bongiorno, fatto di per sè ineluttabile, comunque rappresenta la fine di un mondo ideale dove la professionalità e la bravura contano qualcosa. E così mentre il corpo del decano si fredda all’obitorio del Principato e la mitica pettinatura finalmente si sfalda, contemporaneamente il red carpet s’infiamma sotto i tacchi di Patrizia D’Addario e Noemi Letizia con i cronisti che impazziscono come bavosi cani idrofobi. Nel mentre Fini si sveglia dal bromuroso torpore in cui era caduto e si accorge che il suo grande progetto politico si è rivelato semplicemente dare in pasto il proprio partito al bulimico Silvio Berlusconi. Il quale, ancora una volta in preda ad una portentosa pulp-erezione degna d’un film di Quentin Tarantini, si incensa da solo come miglior statista della storia italiana. E così spetta all’opposizione ricordargli che c’è chi ha fatto di meglio scomodando il fuoco fatuo di Benito Mussolini. Proprio quel Duce che non amava discutere, mentre il suo figlioccio Gianfranco ora non ama le caserme. Questo miscuglio di puzzo di morte, tappeti rossi e storia polverosa hanno trovato perfetta sintesi in così pochi giri di lancetta. E all’italiano medio non resta che sognare d’esser Elisabetta Canalis, portata via dal bisex Clooney. Voglia d’evadere, figlia del weekend che s’avvicina. Ma il lunedì è lì che ci aspetta, e non possiamo prendere un’Harley e scappare come uno yankee brizzolato qualsiasi. Da questo articolo credo s’intuisca che sono schifato.

Rudy Basilico Turturro (redattore)

Ti potrebbe interessare anche...

12 Risposte

  1. Damiano scrive:

    Credo che Mike non si meritasse di finire nel quadretto con gli altri 3 personaggi :-)

  2. Rudy Basilico Turturro scrive:

    Tutte e 4 rappresentano la morte. In senso orario: fisica, politica, intellettuale, ideologica.

  3. symbel scrive:

    Attenzione però che noi leggiamo e commentiamo la realtà e le dichiarazioni cucite e relazionate da altri.
    La nostra indignazione dipende spesso da come, quanto e quando ci vengono fornite certe notizie.

    Quando Berlusconi dice “povera Italia in mano a questa stampa” si riferisce a quelli che parlano male di lui e come al solito si mette al centro, con l’egocentrismo e il narcisismo che lo contraddistingue, e sbaglia.
    Non ha tutti i torti invece quando dice che la realtà dipinta dai giornali non è quella che vivono le persone.

    Il Festival del Cinema di Venezia e i congressi del PD dove parte la dichiarazione su Mussolini o la Daddario che passeggia nel red carpet o Noemi Letizia che sculetta a Porto Rotondo e si fa intervistare dal Daily Mail sono cose realmente accadute, non c’è dubbio, ma quanto fanno parte del nostro Paese reale? Quello fatto dalle persone che contribuiscono al PIL o al debito? Che insieme ne costituiscono l’identità?

    Quando Berlusconi fa i suoi festini a Palazzo Grazioli o dice che è il migliore statista da 150 anni noi ci indignamo soprattutto per quei pecoroni che non capiscono con chi hanno a che fare e che lo adorano, ma siamo sicuri di essere noi nel giusto e non loro che a queste cose danno il peso che meritano?
    Se Berlusconi consegna le case agli abruzzesi prima dell’inverno pensate che a quelli fregherà se lui va d’accordo con Fini o meno? O se Fini è un traditore e aspira al Colle?

    Noi che siamo più informati e in costante contatto con le news ci illudiamo di sapere di più e meglio come va il mondo, se invece apriamo gli occhi e ci guardiamo intorno quello che accade vicino a noi assume un’importanza inversamente proporzionale alle dimensioni dei titoli sui giornali principali.

    Se ieri mi scandalizzavo per uno che non segue i TG o non legge i giornali oggi comincio a pensare che tutto sommato la sua percezione è meno “inquinata” della mia.

  4. Rudy Basilico scrive:

    Alla storiella che veniamo dipinti peggio di come siamo comincio a non crederci più. Alla fine abbiamo i media che ci meritiamo. D’altronde se tutto fosse ok, non noterei delle reazioni opposte ma con la stessa matrice: da una parte i più coscienziosi che vorrebbero fare qualcosa, anche dei semplici circoli d’opinione per cominciare; dall’altra chi si rinchiude in un terapeutico menefreghismo. Entrambe reazioni che nascono dalla coscienza che qualcosa non va nell’aria.
    Io credo ai fluidi, come li chiamerebbe Franco Melli. Ciò che Berlusconi chiama ottimismo. Veder il futuro rosa è contagioso, ma deve nascere da un sentire comune non da semplice testardaggine di veder sempre e comunque in positivo come vorrebbe il Cavaliere. L’italiano medio è disilluso, e questa classe politica mediocre non concede voli pindarici. Siamo fermi a 15 anni fa, e la solita combriccola Berlusconi-Fini-Bossi-D’Alema-Fassino-Casini-Di Pietro non suscita più entusiasmi e di conseguenza impegno politico, anche semplicemente nei discorsi a tavola mangiando pastasciutta.

  5. Rudy Basilico scrive:

    Però ci offendiamo per come ci dipingono all’estero, rinchiudendoci in un bel “tutte stronzate”.
    L’informazione mondiale è inquinata? Se è così, allora rivaluto il giornaletto locale di cronaca (da me sempre snobbato). In fin dei conti mi è più utile sapere a che ora il Comune stacca l’acqua o quando rifaranno le strade nella via X piuttosto che sentire l’aerofagia di Fini o le menate di Berlusconi su chi ce l’ha più lungo tra lui e De Gasperi.

  6. symbel scrive:

    Non fraintendermi, non penso sia tutto ok, solo penso che l’Italia che dipingono i giornali e che viene esportata da gente come Severgnini non è la nostra Italia, c’è poco da fare. Francia, Spagna e Germania non hanno giornalisti autolesionisti e infatti noi di questi paesi a malapena sappiamo qualche malumore su Carlà ma nulla sui particolari di Sarkozy e la sua precedente moglie. E scopriamo adesso che la socialissima Spagna che doveva scalzare noi nella classifica delle potenze mondiali ha un tasso di disoccupazione record nella comunità europea.
    Perché avere il complesso di inferiorità nei confronti dell’estero? E perché ridurre il nostro Paese alla pochezza dei nostri politici?
    Io non sono ottimista, sono realista. Il realismo mi fa dire che l’80% degli scandali che sembrano dover decidere le sorti del nostro paese nasce nei giornali e lì muore dopo qualche mese.
    Poi ci sono tante cose che vanno male ma i giornali non mi possono far passare il Noemigate o D’Alema che partecipa ad una cena con gente poco raccomandabile come il principale tema nazionale.
    Il fatto che tutti siano interessati a questo è pura illusione e infatti i giornali stanno miseramente fallendo perché si leggono solo fra di loro, si controreplicano fra loro, sono solo strumento di potere dei loro gruppi editoriali.
    L’impegno politico non deve nascere dallo schifo per le cariatidi attualmente al potere ma perché funzioni il nostro paese dal basso.
    In un altro commento hai citato la cronaca locale non a sproposito. La politica deve ricominciare da una dimensione locale che funziona, perché il cittadino non è deluso dalle beghe di Palazzo Grazioli ma dal suo comune che per fargli ampliare casa legalmente lascia ammuffire il suo progetto tra burocrazie varie in polverosi faldoni all’ufficio del catasto.
    Per capire l’Italia bisogna partire dalla cronaca locale quella che si può ancora leggere perché su Internet e nei blog della “gente impegnata” quelle notizie non compaiono.

  7. Damiano scrive:

    Consoliamoci con la presenza di Milingo alla Rassegna cinematografica di Venezia (non sto scherzando, vedere il Corriere di oggi…)

  8. Holly! scrive:

    per la cronaca la spagna ha un trend per il quale è certo il “superamento” dell’italia nel più famoso e abusato indicatore del PIL.
    Per tanti altri indicatori economici non meno importanti come innovazione tecnologica, competitività e PIL pro capite, la spagna ha già ampiamente superato l’italia.
    la disoccupazione attuale in spagna è frutto delle politiche anni 80 e 90 che similmente al modello sardo hanno concentrato gli sforzi produttivi quasi esclusivamentenel comparto edilizio. ora in spagna ci sono quasi più edifici che persone, le coste sono ormai già belle che fottute e la bolla immobiliare è scoppiata, e buonanotte ai suonatori!
    dopo lo scoppio di questa bolla il governo zapatero ha finalmente avuto l’occasione di proporre misure atte a far diminuire l’importanza dell’edilizia in spagna e una delle più importanti è certamente la demolizione di numerosi palazzoni “turistici” nella costa brava.

  9. Rudy Basilico Turturro scrive:

    Quel trend si è fermato già un po’ di tempo fa. La Spagna non ci supererà affatto. Ora dovrei ricercare l’articolo dove si parlava proprio della profezia del sorpasso.

  10. Holly! scrive:

    non so gli articoli sui giornali ma i dati sulla crescita % del PIL danno questa serie storica:

    Spagna Italia
    2004= +3,3 2004= +1,5
    2005=+3,6 2005= 0,0
    2006=+3,9 2006=+1,9
    2007= +3,7 2007=+1,9
    2008=+ 1,2 2008= -1,0

    per il 2009 non so le previsioni della spagna ma l’italia ha un brutto -5 e passa %.
    il declino economico del paese a mio avviso è evidente. in 15 anni ogni indicatore economico e sociale è peggiorato e anche il trend positivo di quelli sanitari non “tira” più.
    alle porte ci sono altre realtà che emergeranno anche all’interno del mediterraneo come ad esempio la turchia.
    la classe politica italiota ha fallito. punto.

  11. Rudy Basilico Turturro scrive:

    Converrai che le percentuali sono numeri relativi e non assoluti. Per dire, se uno parte da 1000 e l’altro da 500, non basta un divario di un punto percentuale all’anno per arrivare al sorpasso. O almeno questo dovrebbe verificarsi per tanti e tanti anni, non per un quinquennio. La Spagna ha avuto un boom, questo nessuno lo mette indubbio ma da quel che mi risulta ora sta accusando il fiatone e rinculando. Devo trovare quell’articolo. Sull’incapacità della nostra classe dirigente con me sfondi una porta aperta. Ma per fortuna l’Italia ha un tessuto economico che regge nonostante tutto. E qualcuno afferma provocatoriamente che questo avvenga anche grazie alla vituperata evasione fiscale che rappresenta un illegale sostegno al reddito.

  12. Holly! scrive:

    a ritmi anche minori di avvicinamento, in teoria potrebbero volere meno di 10 anni, cioè un piccolissimo lasso di tempo per una nazione.

    per quanto riguarda il tessuto economico italiano, io dico che ERA solido, sopravvive grazie ad una robustissima base messa su nell’italia del dopoguerra con i soldi del piano marshall. e cioè un tessuto di piccole medie imprese con una capacità innovativa enorme. ora questa capacità di innovare è andata quasi completamente perduta, diversamente da ciò che accade in spagna, dove è pieno di aziende che stranamente puntano sui giovani e sulle nuove competenze. personalmente conosco ormai un bel mucchietto di gente emigrata in spagna per lavorare.
    non parliamo delle infrastrutture (senza scomodare dati o indicatori, basta farsi un giro in spagna in treno ed uno in italia). ma così non la finiamo più.

    per quanto riguarda l’evasione salva baracca e burattini, è un qualcosa che in passato l’italia ha pagato con il giochetto delle continue svalutazioni della lira e un debito pubblico da bollino rosso. ora con l’euro (e quindi le impossibili svalutazioni) le conseguenze sono un costo della vita che porta le persone alla FAME, ci teniamo il debito pubblico e per i giovani italiani senza prospettive serie si intravede un fututro da bamboccioni garantito.

    scusate se mi dilungo, so anche io che questo non è un NG!

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

Leggi articolo precedente:
Italo-a-San-Marina-Novella-Firenze.jpg
Un treno di polemiche

Ormai lo scontro sulle unioni civili non lo si fa più nelle aule del parlamento , ne è una prova...

Chiudi