L’influenza A o suina come è più impropriamente conosciuta ha fatto la sua prima vittima in Italia quindi in parte sarebbe anche giustificata questa tempesta di articoli e servizi nei TG con toni allarmistici e quasi sempre fuorivianti.
Sappiamo per certo che questa influenza ha un tasso di mortalità che si attesta su valori che sono un quinto di quelli relativi all’influenza stagionale. Sappiamo anche che è contagiosissima e che ci sarà a breve un vaccino.
In base a queste importanti indicazioni supportate da dati la si affronta nel modo più intelligente ovvero facendo in modo che si diffonda meno possibile riducendo le possibilità di contagio.
Alla faccia dei potenti mezzi in mano alle case farmaceutiche gli accorgimenti sono quelli della “nonna” ovvero lavarsi frequentemente le mani, non condividere bicchieri o posate con altri, stare chiusi in casa se ci si rende conto di esser stati contagiati, restando al caldo e al riposo.
Poi naturalmente c’è il vaccino, anch’esso utile per limitare la diffusione e indicato a chi soffre già di altre patologie gravi o lavora in ambienti con forte contatto con il pubblico e comunque con altre persone come nelle scuole o nei luoghi pubblici.
L’unica domanda interessante che ho sentito in giro ai diversi medici che si sono avvicendati ai microfoni di intervistatori vari è stata “questa influenza si può sommare a quella stagionale?”.
Ebbene sì, può capitare di averle entrambe, nello stesso periodo e il vaccino dell’una non immunizza dall’altra. Questi casi naturalmente meriteranno qualche attenzione in più ma nulla di particolarmente grave.
Quindi niente panico anche perché l’Italia ha una rete di medici di famiglia che sono preparati a fronteggiare epidemie influenzali in modo abbastanza efficace. Buono starnuto a tutti.
Fobia influenza
symbel (redattore)
Il problema penso sia la diagnosi. L’influenza suina all’inizio ha gli stessi sintomi dell’influenza stagionale, ma non credo si curi allo stesso modo.