E’ più clamoroso il ritorno di Vittorio Feltri alla guida de Il Giornale o il ritorno di Ridley Scott al franchise di Alien? Difficile dirlo. In questo articolo voglio occuparmi della seconda news.
Quella di Scott è una scelta non facile e spero ponderata. Sia perché nel frattempo il regista ha continuato ad inanellare successi di critica e pubblico, sia perchè confrontarsi con la sua prima (indimenticabile) opera e con così tanti sequel-prequel-crossover rende l’operazione ad alto rischio flop. Come ogni saga di successo, i fans saranno tanto trepidanti di rivedere il mostro in azione pilotato direttamente dall’ideatore tanto ben armati del fucile della critica se le attese non saranno rispettate. Per Alien ne è passata di acqua sotto i ponti. Il primo episodio (datato 1979) fu un piccolo capolavoro; un sapiente dosaggio di thriller, fantascienza ed horror che creò un’icona del cinema hollywoodiano ma paradossalmente senza abusarne. Difatti il protagonista assoluto di quel film fu la tensione palpabile data dalla “presenza” aliena e la claustrofobia di quell’astronave post-industriale piuttosto che l’apparizione del mostro stesso o l’abuso di effetti splatter. I sequel abbandonarono col passar del tempo la via autorale per deviare verso il videogame, fino alla scelta di incrociare le sorti degli Aliens con quelle del Predator. Sia chiaro, a me sono piaciuti sia i sequel che questi crossover caciaroni – probabilmente sono di bocca buona. Però ricordo che le volte in cui si è tentato un ritorno ad una presunta “qualità” dopo che una saga aveva già preso vie caricaturali, il risultato è stato una perdita di consensi e di credibilità. Posso portare ad esempio la vicenda di Rocky. Nel primo episodio abbiamo un pugile zoticone, impedito e sbertucciato anche dai clochard; man mano che la saga procede abbiamo Balboa che nel quarto episodio addirittura fa un discorso in mondovisione sulla guerra fredda, un pippone mega-galattico che culmina con quell’urlato “se io posso cambiare… e voi potete cambiare… tutto il mondo può cambiare!”. In Rocky 5 torna alla guida il regista del primo episodio, e lo Stallone Italiano incredibilmente non riesce più a mettere due parole in croce. Ma Ridley, son sicuro, riuscirà a far bene anche a 30 anni di distanza dal capostipite.
Il primo era guardabile e in linea con quel periodo, i sequel facevano cagare e il prossimo farà sicuramente cagare. Mi scuso se ho usato un linguaggio troppo tecnico.