In un Paese che alcuni sostengono viva sotto un regime dittatoriale l’organismo più potente in assoluto è il TAR, davvero curioso. Berlusconi o meglio Nerone, ultimo epiteto in ordine di tempo che gli ha affibbiato Di Pietro con un’immagine affascinante, “ride e canta mentre l’Italia è in fiamme”. Un dittatore sui generis che è talmente potente da non riuscire a chiudere Annozero, da farsi bocciare un decreto legislativo e da farsi intercettare come uno qualsiasi, anche questo è singolare.
Nei regimi a dittatura militare vige la legge marziale, nel nostro regime mediatico vige invece la Par Condicio, che giova ricordare è una legge fortemente auspicata e sponsorizzata da Oscar Luigi Scalfaro varata dal governo di centrosinistra del 1996.
In regime, questo sì, di par condicio, l’unico talk, forse ancora per poco visto che il TAR (ancora loro) ha riammesso i talk show di Sky e La7, che permette di uscire dalla paludata formula delle tribune politiche è quello condotto da Enrico Mentana su Corriere TV, con un escamotage volpino del direttore del Corriere della Sera con buona pace del resto della redazione che si limita ad abbozzare al notevole esborso di denaro per un giornalista extra redazionale come mitraglietta Mentana e la crisi occupazionale in via Solferino.
Oggi nella diretta pomeridiana in tutto e per tutto simile ad uno dei talk show televisivi soliti con l’unica differenza che era mediato non da uno schermo televisivo ma da un video player sul web, Augusto Minzolini, direttore del TG1, si è sottoposto alle domande del conduttore.
Minzolini, bersaglio di tutta l’opposizione, di una campagna ad personam sulla rete, sui giornali avversi al governo e anche in TV con le solite trasmissioni di politica mascherate da satira è apparso calmo e pacato, quasi serafico.
Le domande si sono susseguite senza nessuna remora e il Minzo ha risposto a tutto, mettendo anche in luce la grottesca situazione che viene fuori dalle inchieste di Trani e che lasciano perplessi anche molti addetti ai lavori di non certo sospettabile simpatia berlusconiana.
Da quasi un’ora di intervista, interrotta solo da qualche tentennamento della connessione, viene fuori il ritratto non certo inedito di un giornalista sfacciato, che rivendica l’opportunità dei suoi criticatissimi editoriali e che non ha paura di sostenere di non leggere Il Fatto Quotidiano definendolo “ignobile” e di non guardare Annozero, ma sempre con molta, moltissima calma.
Fa quasi impressione vedere il giornalista affermare candidamente la sua simpatia per l’azione di governo del presidente Berlusconi, dice lui “perché gli avversari non sono all’altezza” e chiedere quale sia lo stupore davanti alle dichiarazioni del Premier nei confronti di Santoro e della Dandini.
Giustamente poi Mentana riporta il discorso sulla “sostanza”, magari non ci sarà reato ma resta il fatto che un presidente del Consiglio che chiede che vengano chiuse due trasmissioni televisive fa un po’ specie in un paese che ha un sacco di problemi e sicuramente altre priorità.
La stessa sostanza dice però poi che le trasmissioni non sono state chiuse e la puntata sul processo Mills è andata in onda regolarmente. La stessa sostanza dice che Di Pietro, anche lui un politico, un giorno sì e l’altro pure chiede la testa del direttore del TG1 o che “venga mandato via a pedate”.
Quando il cursore del player giunge a fine corsa sembra di sentire il digrignare dei denti di coloro che odiano il giornalista glabro sempre in completo nero, come uno delle iene e forse iena di fatto, e coloro che applaudono scompostamente alla sua sfacciataggine. Entrambe le reazioni sono esagerate ma specchio fedele di un Paese che diviso lo è sul serio, altro che Nord e Sud, altro che Destra e Sinistra, altro che Guelfi e Ghibellini, Travagli e Minzolini.
Il serafico Minzolini
symbel (redattore)
Cero è strano che Berlusca non sia riuscito a chiudere Anno Zero, come invece fece in passato con Satyricon, RaiOT, Samarcanda e Il Fatto di Enzo Biagi, (solo per citarne alcuni).
Si vede che ormai è un uomo finito e anche i fedelissimi lo stanno abbandonando.
C’è da chiedersi quanto noi Italiani dovremo assistere a questa che sembra dover essere una lenta agonia.
mi correggo … era Sciuscià di Santoro non Samarcanda …