Le immagini del terremoto ad Haiti di cui si è parlato su Moschebianche qualche giorno fa e che scorrono inesorabili in tutti i TG nazionali sono di grande impatto.
Tra tutte le foto viste in questo periodo è inevitabile che quelle che suscitano maggiore tenerezza siano quelle che rappresentano la sofferenza dei bambini.
Centinaia di migliaia di orfani che vivono in estrema povertà, con poco cibo e persino in carenza di acqua potabile.
Quale sarà il loro futuro?
La risposta a questa domanda un po’ retorica e molto funzionale al teatrino dei sentimenti a basso prezzo legato a queste tragedie ha ricevuto tante risposte concrete da organismi internazionali specializzati in questo tipo di tragedie ma anche tante mielose considerazioni.
Molti vorrebbero adottare un bambino haitiano e qualcuno addirittura invoca una semplificazione delle procedure di adozione in questa situazione di emergenza.
Non tutti hanno le possibilità di Madonna o Angelina Jolie che vanno nei paesi del Terzo Mondo a prendere bambini come se stessero passeggiando in via Montenapoleone per aggiudicarsi una pochette pitonata ma forse si ignora che dopo gli Stati Uniti d’America che contano sei volte tanto la popolazione italiana il nostro Paese è quello che adotta più bambini nel mondo ed è anche quello che utilizza le procedure più serie in questa materia.
Non si può adottare un bambino spinti dall’emotività o più spesso per mettere un tappo alla voragine del proprio senso di colpa.
Lo Stato Italiano, in seguito al sisma ad Haiti ha finanziato l’Unicef, l’associazione Save the children e altre che si occupano della tutela dei minori nelle zone più disastrate della Terra perchè li curino e accertino le loro condizioni, perchè ne cerchino i familiari ancora eventualmente in vita e facciano di tutto per verificare che ci siano le condizioni perché rimangano nella loro terra natale e solo dopo, a verifiche avvenute, valutare la possibilità di adozioni internazionali che non necessariamente si risolvano con l’affidamento ad una famiglia.
Esistono infatti altre forme di aiuto come quella dell’adozione temporanea o del ricovero in “casa famiglia”.
Sapete quanti bambini prima del terremoto morivano ogni giorno ad Haiti? Sapete che morivano 120.000 persone l’anno a causa dell’AIDS? E che le condizioni di analfabetismo, povertà e bassa aspettativa di vita pongono Haiti in fondo alla classifica dei paesi più poveri del mondo?
Sapete quanti bambini Haitiani sono stati adottati prima del terremoto dalle famiglie italiane? TRENTASEI. E adesso invece tutti a correre per aggiudicarsi la bambolina da coccolare.
Chissà che le scosse di terremoto che ogni tanto affliggono questi paesi dai noi così lontani non servano per ricordarci che esistono.
Ad Haiti i bambini morivano anche prima
symbel (redattore)
Assolutamente d’accordo con il tuo articolo: mi è bastato il titolo, c’è tutto in quelle poche parole
un articolo da twitter